Analisi del Cammino – 1° PARTE
La gestione della pronazione e della supinazione durante il cammino
Le due catene muscolari di apertura e chiusura sono fortemente correlate con i movimenti podalici di supinazione e pronazione rispettivamente. Questi due movimenti sono del tutto fisiologici per la struttura podalica e non dovrebbero andare né impediti né tantomeno esacerbati.
Mantenendo la zona metatarsale al suolo il movimento di pronazione prevede una intrarotazione della pinza bimalleolare dell’articolazione tibiotarsica ed una relativa intrarotazione astragalica, il calcagno ruoterà quindi verso l’esterno aumentando i propri gradi di valgismo. Questo movimento podalico comporta una riduzione dell’altezza della volta plantare e serve di fatto ad aumentare la superficie di appoggio al suolo con lo scopo di avere una maggiore stabilità e percezione esterocettiva proprio durante la fase di contatto al suolo, stirando così gli elementi elastici connettivali al fine di avere un riuso elastico nella successiva fase.
La supinazione è invece il movimento opposto alla pronazione e prevede infatti una rotazione esterna della pinza bimalleolare e dell’astragalo con una relativa rotazione interna e aumento dei gradi di varismo del calcagno. Questo movimento comporta un aumento della volta plantare e serve ad irrigidire la struttura podalica al fine di avere una corretta propulsione e spinta nelle fasi terminali dell’appoggio al suolo.
Da quanto detto quindi la pronazione avviene nelle prime fasi di contatto con il terreno e la supinazione nelle ultime fasi. Una corretta alternanza tra pronazione iniziale e supinazione finale è collegata con una corretta gestione del passo. La catena muscolare di chiusura influenza la pronazione, per cui una iper attivazione di questa catena muscolare tenderà ad aumentare la pronazione ed una permanenza maggiore in pronazione tenderà ad aumentare l’attivazione della catena muscolare. Lo stesso vale per la supinazione e la catena muscolare di apertura.
Il corretto appoggio del piede a terra e la corretta alternanza tra fase sensitiva (pronazione) e fase propulsiva (supinazione) determinano anche la presenza o meno di una così detta rullata completa del piede oppure parziale: il tallone dovrebbe toccare terra all’inizio e distaccarsi solo al termine dell’appoggio intermedio, la porzione laterale del piede dovrebbe arrivare al suolo poco dopo il tallone e staccarsi prima della fine del passo, mentre la porzione mediale dovrebbe arrivare al suolo durante l’appoggio intermedio e restarvi fino al distacco del piede da terra. Un corretto bilanciamento di quando detto consente una corretta attivazione delle catene muscolari dell’arto inferiore, un corretto ed economico utilizzo del bacino, una armonica gestione del busto e un utilizzo delle braccia proporzionato al movimento globale.
Principali modelli di cammino e gestione del rachide
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Rachide posteriorizzato e ridotta spinta dell’arto al suolo ma aumento del lavoro di avanzamento dell’arto libero con relativa maggiore attivazione del quadricipite e dei muscoli flessori dell’anca (animazione del cammino della donna) -
Rachide eccessivamente anteriorizzato e spinta dell’arto al suolo (animazione del cammino dell’uomo)
L’analisi e lo studio strumentale del cammino
Conclusioni
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