L’obesità è una condizione patologica caratterizzata da un eccessivo peso corporeo causato dall’accumulo di tessuto adiposo.
Il principale indicatore clinico di obesità è il Body Mass Index (BMI) che però non è l’unico elemento sufficiente per definire un soggetto.
Occorre anche fare confronti con un plicometro per misurare le pliche cutanee e con un bioimpedenziometro per analizzare la composizione corporea nello specifico.
Se una persona è obesa deve curarsi con l’attività fisica e la sana alimentazione.
Obesità vs sovrappeso
L’obesità non è da confondersi con il sovrappeso, non bisogna nemmeno far confusione con qualche chilo di troppo localizzato, ma si tratta di una patologia cronica, che è la prima causa di morte al mondo.
La distribuzione del grasso nel corpo non riguarda solo un accumulo di questo nella parete addominale e nei muscoli, bensì in altre zone e organi come fegato, cuore, vie aeree, pancreas e reni. L’obesità è quindi una condizione sistemica che comporta conseguenze importanti sulla sfera endocrino-metabolica, psicosociale, muscolo-scheletrica, respiratoria, neurologica, dermatologica, gastrointestinale.
Con i cambiamenti economici, sociali e dello stile di vita, si è verificato uno squilibrio tra entrate e uscite a livello energetico, con aumento delle entrate, derivanti soprattutto da cibi lavorati e ricchi di zuccheri e grassi e poveri di vitamine e nutrienti.
Questo eccesso di energia, conservato in forma chimica di trigliceridi nel tessuto adiposo, provoca l’obesità che non è solamente un problema estetico ma una concausa pericolosa per i dismetabolismi che ne derivano.
Numeri sull’obesità
Purtroppo le abitudini alimentari errate spesso si ripercuotono su tutto il nucleo familiare: é quindi frequente ritrovare bambini grassi con genitori grassi (soprattutto la figura materna, poiché generalmente si occupa dei pasti e del ménage familiare).
Il tasso di obesità infantile in Italia è uno dei più alti tassi d’Europa e come per gli adulti, si osserva un forte gradiente territoriale nella distribuzione dell’obesità nei paesi del Sud.
L’obesità non è una malattia a carattere ereditario, non si eredita da un genitore, o dalle generazioni passate, ma si tramandano le abitudini alimentari errate e la non dedizione allo sport che hanno i genitori stessi.
Chiunque è obeso per la combinazione di questi due fattori: alimentazione scorretta e scarsa attività fisica; resta inteso che se un bambino è obeso non ha colpa ma la colpa è dei genitori.
È risaputo che ad oggi sono le classi più povere e/o con un livello di istruzione medio/basso a soffrire maggiormente di obesità e che la salute ha a che fare con un relativamente basso livello di massa grassa corporea, che per una donna ad esempio deve stare tra il 14% e il 20%, a seconda del suo biotipo corporeo.
Falsi miti sull’obesità
Nel corso degli anni per promuovere il dimagrimento si sono sempre più creati messaggi errati derivanti da scarsa cultura medico scientifica, ad esempio il mangiare più volte al giorno che aumenta il metabolismo, o che non bisogna assolutamente saltare la colazione, o che è necessario fare attività esclusivamente aerobica per bruciare ‘i grassi’ e tanto altro ancora.
Poiché il metabolismo non è influenzato dal numero di pasti che si fanno durante la giornata, il numero dei pasti al giorno è indifferente, e ciò non ha alcun effetto sulla velocità metabolica, conta invece il deficit calorico sul lungo periodo.
E ancora: la colazione non è il pasto più importante della giornata, conta la ripartizione dei pasti complessiva e il contenuto in macronutrienti e macronutrienti globale.
L’attività aerobica come la corsa in un soggetto obeso rischia di sovraccaricare ulteriormente le strutture tendinee, muscolari e le articolazioni, soprattutto caviglia e ginocchio subiscono stress molto alti per via del peso eccessivo e dell’impatto col terreno.
Una patologia sottovalutata
L’obesità è una patologia grave e in quanto tale va trattata su più fronti e la persona deve obbligatoriamente attuare tutta una serie di strategie, affidandosi a professionisti (Chinesiologi e Biologi Nutrizionisti ad esempio), e considerare che i tempi per migliorare la propria vita sono lunghi e non si risolve una condizione di malattia in pochi mesi (anche se i primi miglioramenti sul quadro clinico/ematico sono visibili praticamente subito).
È bene ricordare che l’obesità è una delle prime cause di morte nel mondo e trascina con sé patologie metaboliche e vascolari, ed è anche tra le prime cause di cancro.
I tassi troppo elevati di grasso aumentano il rischio di sviluppare diabete e infarto, soprattutto quando la distribuzione del tessuto adiposo si localizza sul tronco (obesità androide), è dimostrata la correlazione con il rialzo delle LDL (Low-Density Lipoprotein), delle VLDL (Very-LowDensity Lipoprotein) e dei trigliceridi e con diminuzione dei livelli di colesterolo HDL.
Diabete di tipo 2
Di tutte le malattie gravi, il Diabete di Tipo 2 (il diabete che si sviluppa normalmente In età adulta) o diabete mellito non insulino-dipendente (NIDDM), è quello maggiormente legato all’obesità e al sovrappeso.
Il tessuto adiposo a livello viscerale, crea insulino-resistenza e iperinsulinemia con conseguente sviluppo della sindrome metabolica che è un insieme di fattori ad alto rischio cardiovascolare.
Questi fattori di rischio sono ad esempio l’obesità, colesterolo alto, triglicidemia, glicemia, ipertensione arteriosa e ne bastano 3 presenti per poter parlare di sindrome metabolica. Questi fattori sono sempre correlati allo stile di vita della persona.
Il trattamento dell’obesità si deve quindi affrontare su più fronti, dal punto di vista alimentare, dal punto di vista fisico sportivo, dal punto di vista psicologico perché è importantissimo avere strumenti efficaci nella totalità per affrontare questo grande problema.
Set point del peso
Occorre precisare che più si è stati in grave sovrappeso/obesità e più è difficile raggiungere un peso forma ideale. Ad esempio se la massa grassa di un soggetto è stata per moltissimi anni attorno al 30% o più, allora l’organismo mette in moto tutta una serie di adattamenti per NON diminuirla.
Questa è la teoria del set point del peso, che vede sostanzialmente il peso racchiuso entro due confini (qualche chilo in più e qualche chilo in meno), dove verso l’alto non ci sono difese mentre verso il basso (per dimagrire) le difese sono altissime.
Quindi bisogna avere piena consapevolezza dei problemi di partenza e avere molta forza di volontà perché il trattamento per migliorare durerà almeno qualche anno.
Obesità dal punto di vista fisico motorio
Dal punto di vista fisico-motorio bisogna aumentare la massa muscolare e ridurre il grasso corporeo, cioè migliorare la composizione corporea e questo lo si ottiene attuando programmi di muscolazione alternati ad una lieve attività cardiovascolare, ma il lavoro principale deve essere dato dal potenziamento muscolare.
Un corpo obeso, dati gli squilibri, non ha buona massa muscolare, non ha una buona potenza muscolare, e non gode nemmeno di una buona postura.
Avere più muscolatura che è il tessuto metabolicamente attivo significa innanzitutto un miglioramento di tutte le reazioni biochimiche e delle funzioni metaboliche dell’organismo, quindi più energia fisica e mentale e miglior consumo calorico anche a riposo.
Dal punto di vista alimentare spesso si commettono molti errori, come abbandonare i carboidrati, eliminare determinate categorie di alimenti, abbondare in proteine ecc.
Punto di vista biologico
Dal punto di vista biologico però, il dimagrimento è dato esclusivamente dal deficit calorico, quindi se non si crea un deficit calorico (che significa mangiare meno di quanto si brucia) non si perde peso, sia che si segua una dieta mediterranea, chetogenica, senza glutine, senza categorie di alimenti ecc
Ma è anche vero che più si è grassi più bisogna limitare i carboidrati soprattutto se non si svolge un’intensa attività fisica, ed è proprio per questo motivo che occorre farsi seguire da Professionisti che collaborino ad hoc.
La resistenza all’insulina è legata a quanto grasso corporeo si ha e più si è grassi e più si è resistenti all’insulina.
Questa è la ragione per la quale i carboidrati possono dare problemi in chi è molto sovrappeso/obeso e poco attivo fisicamente, e questa è una delle tante ragioni per la quale un Professionista consiglia ad una data categoria di paziente di approcciarsi alla dieta chetogenica.
Dieta ipocalorica
Solitamente una buona dieta ipocalorica viene impostata mantenendo alto il quantitativo di proteine giornaliero (1/1.3 gr di proteine per Kg di peso corporeo).
Diversi studi dimostrano che allenandosi con i pesi e mangiando alte dosi di proteine, non solo si perde più grasso rispetto a una dieta pari in calorie ma con meno proteine, ma si aumenta lievemente anche la massa muscolare.
La restrizione dietetica deve essere valutata dal Professionista in base al dispendio energetico dell’individuo, e i metodi di cottura devono essere semplici come il vapore, microonde, griglia o piastra, pentola a pressione, piuttosto che la frittura, la cottura in padella con grassi.
L’adeguato apporto di fibre nell’adulto dovrebbe essere di almeno 30 g/die; l’aggiunta di fibre vegetali durante la restrizione calorica è utile per mantenere il senso di sazietà e migliorare i parametri metabolici.
Dal punto di vista psicologico occorre prendere consapevolezza del problema e affrontarlo senza rimandare, con la consapevolezza che non sarà facile, che il percorso non sarà perfetto, che ci saranno ricadute e a volte dei blocchi.
Ma l’obesità è un male che va affrontato nel più breve tempo possibile per non avere conseguenze a lungo termine.
Non deve esistere l’accettazione passiva di se stessi anche se si è malati, ma al contrario occorre cambiare atteggiamento, amarsi ed accettare le ragioni per le quali ci si trova così ma migliorare e cambiare totalmente per vivere una vita migliore e scongiurare pericoli di malattie correlate.
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