Supporti di tipo farmacologico

Di:   ScienzeMotorie  |  4 Settembre 2015

Molti atleti, di entrambi i sessi, utilizzano supporti di tipo farmacologico supponendo che questi svolgano un ruolo positivo nel migliorare la prestazione dal punto di vista dell’esecuzione tecnica, della forza, della potenza meccanica espressa o della resistenza allo sforzo.

Nella nostra società molto competitiva e incline all’abuso di farmaci, persino i ragazzi di scuola e gli atleti juniores sono propensi ad assumere farmaci finalizzati al miglioramento della prestazione. La vittoria assume un’importanza preponderante, allora diventa praticamente impossibile contenere e prevenire l’abuso dei supporti farmacologici, anche se non esiste una solida prova scientifica che servano a qualcosa. Appare in effetti singolare che gli atleti, così attenti alla loro salute nel corso degli allenamenti, nell’alimentazione e nel ricorrere alle cure mediche per ogni minimo problema, siano poi inclini a ingurgitare o iniettarsi farmaci, alcuni dei quali comportano fastidiosi disturbi collaterali tra cui nausea, perdita dei capelli, prurito, irritabilità fino a complicazioni gravi come la sterilità, epatopatie, dipendenza da farmaci, persino la morte per cancro del fegato o leucemia.

Steroidi Anabolizzanti

Gli steroidi anabolizzanti furono introdotti nella pratica clinica nei primi anni Cinquanta per trattare le insufficiente ormonali maschili in quadri di aumentato catabolismo della matrice muscolare. Sono anche usati per il trattamento dell’osteoporosi femminile, per impedire la riduzione della massa magra e l’accumulo di grassi nei soggetti anziani. Purtroppo gli steroidi anabolizzanti sono attualmente diventati protagonisti sulla scena del doping nell’ambito dello sport agonistico, e vengono assunti da circa il 90% dei maschi e l’80% delle femmine che praticano body building. L’assunzione ovviamente è che gli steroidi anabolizzanti migliorano la performance.

Struttura chimica e meccanismo di azione

Gli steroidi anabolizzanti esplicano un’azione simile a quella dell’ormone maschile testosterone. L’ormone funziona come primo messaggero e legandosi a recettori della membrana cellulare induce modificazioni tipiche legate alla differenziazione sessuale, e cioè sviluppo dei caratteri secondari maschili, aumento della massa muscolare e della forza. Gli effetti mascolinizzanti possono essere ridotti manipolando la struttura chimica dello steroide ma cercando di mantenere l’effetto stimolante sul metabolismo proteico, che favorisce ovviamente l’aumento della massa muscolare. Tuttavia l’effetto mascolinizzante non è eliminabile e si riscontra evidentemente nelle femmine.

Gli atleti che ricorrono a questa forma di doping lo fanno in età giovanile, assumendo dosi progressivamente crescenti di ormoni sia per bocca sia mediante iniezione (tecnica dello “stacking”), dosi che sono largamente superiori rispetto a quelle consigliate per uso terapeutico. Il dosaggio viene poi ridotto progressivamente nei mesi precedenti la competizione per evitare il rischio di un anti-doping positivo. Spesso l’assunzione di steroidi anabolizzanti viene effettuata nel corso di esercizi di potenziamento muscolare e associata a un aumento dell’apporto proteico. Il fine ultimo è quello di migliorare la performance in discipline che richiedono forza, scatto e potenza. Risulta che almeno il 60% dei sollevatori di peso assume steroidi anabolizzanti. Negli Stati Uniti, a cavallo tra il 1992 e il 1993, almeno 300 000 persone, tra maschi e femmine, hanno fatto uso di steroidi anabolizzanti.

Le autorità federali, in base a una stima prudente, considerano che il traffico illegale di queste sostanze sia dell’ordine di 100 milioni di dollari all’anno e sia attualmente in crescita. Il fatto che anche molto atleti si procurino gli steroidi al mercato nero solleva il ragionevole dubbio che molta gente assuma queste sostanze a dosi massicce e per periodi prolungati, al di fuori di ogni controllo medico e con evidenti rischi per la salute.

Inoltre, è da considerare in modo particolare e con molta apprensione la diffusione dell’uso degli steroidi tra i giovani, di entrambi i sessi, con evidenti effetti di mascolinizzazione e arresto dello sviluppo osseo. Risulta infatti che almeno un ragazzo su 15, nella fascia di età del liceo, ha assunto steroidi, il che significa messo milione di giovani. Si tratta degli stessi soggetti che manifestano tendenza all’uso di sostanze stupefacenti e tranquillamente si scambiano le siringhe. La ragione prevalentemente addotta per motivare l’assunzione degli steroidi era che migliorava la performance atletica, ma almeno il 25% dei soggetti ammette che la principale ragione è di ordine estetico.

Sono efficaci gli steroidi anabolizzanti?

Molti atleti e allenatori sostengono che in seguito ad assunzione di steroidi migliorano le prestazioni. L’ampiezza del fenomeno dell’assunzione di steroidi è dimostrata dal crescente numero di atleti, al livello professionale e amatoriale, squalificati per uso di queste sostanze. A parte l’aspetto morale del problema, l’uso degli steroidi rimane problematico a causa della conflittualità dei dati disponibili circa il rapporto tra miglioramento della performance e influenza su alcune funzioni fisiologiche tipicamente espressione della salute fisica.

La confusione è legata al fatto che esiste un’estrema variabilità dei protocolli di ricerca, della selezione dei soggetti, dei dosaggi usati, del controllo del regime alimentare, della durata del trattamento, delle tecniche di misura e, infine, della variabilità di risposta dei soggetti. Si ritiene anche che gli steroidi agiscono sul sistema nervoso centrale aumentando l’aggressività e la resistenza alla fatica, doti che evidentemente aumentano la competitività. Infatti, questo consentirebbe agli atleti di sostenere allenamenti più pesanti, ma d’altro canto l’effetto degli steroidi potrebbe essere considerato, in modo errato ovviamente, come il risultato dei miglioramenti indotti dall’allenamento.

Le ricerche sperimentali su animali hanno suggerito che la somministrazione di steroidi anabolizzanti, in associazione a una somministrazione di proteine causa, nel corso dell’allenamento, un aumento della sintesi proteica e in particolare della matrice muscolare contrattile. Altre ricerche hanno invece rivelato che la somministrazione di steroidi in ratti non causa un aumento di massa nei muscoli sottoposti a sovraccarico se vengono rimossi chirurgicamente i muscoli sinergici.

La conclusione dei ricercatori fu che l’azione degli steroidi non è sufficiente come tale a indurre un aumento della massa muscolare. Nella specie umana la situazione è ancora più confusa. Alcuni studi hanno rivelato un aumento di massa magra e una riduzione della massa grassa. Viceversa, altri studi non sono stati in grado di dimostrare un aumento della forza e potenza muscolare e della composizione corporea, anche se l’apporto calorico e proteico era sufficiente a coprire un eventuale effetto anabolico. Quando si ha un aumento della massa muscolare in seguito ad assunzione di steroidi, non è chiaro in quale misura questo dipenda da un aumento della matrice contrattile e in quale misura dall’acqua.

Vi sono rischi nell’uso degli steroidi?

La nostra opinione è che l’incidenza reale, anche se non elevata, di complicazioni mediche legate all’assunzione di steroidi anabolizzanti rappresenta un fattore sufficiente a scoraggiarne l’uso, anche a fronte di possibili miglioramenti prestativi. Inoltre, un uso prolungato inferisce con la normale produzione endogena di testosterone. In uno studio condotto su 5 maschi sollevatori di pesi si è visto che, dopo la cessazione dell’assunzione di steroidi anabolizzanti durata 26 settimane, la concentrazione plasmatica di testosterone si era ridotta a meno della metà rispetto al valore iniziale, questa condizione si mantenne uguale per 12-16 settimane.

Altre complicazioni legate all’assunzione di steroidi comportano, ad esempio, nei maschi un aumento di ben sette volte della concentrazione plasmatica dell’ormone femminile estradiolo. Tale livello era compatibile con i livelli riscontrati nel sesso femminile e potrebbe spiegare il fenomeno della ginecomastia spesso presente in atleti maschi che fanno uso degli steroidi. Altri dati, sia nella specie umana sia in altri animali, rivelano che gli steroidi inducono una variazione consistente delle proprietà elastiche e meccaniche del connettivo, che risulta meno resistente alla trazione. Inoltre, oltre agli effetti negativi sulle lipoproteine plasmatiche, gli steroidi inducono lesioni e alterazioni cellulari delle cellule di coltura miocardiache, un aumento della facilità di formazione di trombi, un aumento del rischio di infarto e complicazioni cardiovascolari.

Steroidi e lipoproteine plasmatiche

L’uso degli steroidi induce un calo delle lipoproteine a elevata densità (HDL) e un aumento di quelle a bassa densità (LDL). Una riduzione del rapporto HDL/LDL causa un aumento del rischio cardiovascolare.


 

Bibliografia: 
Fisiologia applicata allo sport. Aspetti energetici, nutrimenti e performance Autori: McArdle – Katch – Katch, Editore: Casa Editrice Ambrosiana
Fisiologia dell’esercizio fisico e dello sport Autori: Wilmore Jack H.; Costill David L.