Il calcio è uno sport di squadra di tipo intermittente, in cui si alternano fasi a diverse intensità (con e senza l’attrezzo palla), coinvolge i meccanismi energetici (aerobico e anaerobico) e richiede elevate competenze tecnico-tattiche, individuali e di squadra. Faude et al. (1), hanno pubblicato uno studio in cui sono stati analizzati 360 goal della stagione 2007/08 della Bundesliga, categorizzando le attività che precedevano un goal, sia del marcatore sia dell’assist-man. I risultati dello studio hanno evidenziato come l’azione che precede un goal, sia per il marcatore sia per l’assist-man, è caratterizzata da uno sprint lineare.
Per comprendere la reale importanza degli sprint, è necessario analizzare il modello di gara del calciatore, considerando la problematica dell’elevata diversità di soglie considerate per categorizzare le attività in bassa, alta, altissima velocità e sprint (figura 1).
In considerazione di questa diversità, in una recente review, Gualtieri et al. (2), hanno elaborato la seguente tabella (tabella 1), in cui sono riportati i valori raggiunti in gara nei calciatori e nelle calciatrici d’èlite, in base alle soglie adottate dai diversi studi revisionati.
Inoltre, è stato dimostrato come i calciatori di livello più alto svolgono più attività ad alta intensità in partita (compresi gli sprint) rispetto a quelli di livello inferiore (3), potendo quindi considerare questa come una delle variabili nella stratificazione del livello competitivo dei calciatori.
Diversi studi si sono soffermati sugli sprint seguiti da cambio di direzione (4) (5), in considerazione dei circa 700 cambi di direzione che svolge il calciatore in gara, di cui circa 600 tra i 0 e 90° (4) e quindi sulla necessità di testare e allenare in modo specifico questa abilità.
Se è nota l’importanza degli sprint con cambio di direzione, dell’alta velocità e dello sprint in linea nella performance del calciatore e nella prevenzione degli infortuni muscolari (4), quella degli sprint curvilinei è stata evidenziata solo negli ultimi anni (5; 6; 7). Infatti, è stato dimostrato che l’85% delle azioni alla massima velocità sono sprint con traiettoria curvilinea, avente un raggio della curva compreso tra 3,5 e 11 metri (7).
Inoltre, si è visto come gli atleti più veloci negli sprint in linea non lo siano necessariamente in quelli curvilinei, potendole considerare due tipologie di attività differenti e indipendenti (5). Quindi, potrebbe essere fondamentale testare e allenare in modo specifico questa tipologia di sprint, così è stato validato un test sui calciatori (5) facilmente attuabile in campo, che utilizza la mezzaluna dell’area di rigore (17 metri di lunghezza e 9,15 metri di raggio), valutando sia la traiettoria verso sinistra sia verso destra. Con il Test validato da Filter e collaboratori, abbiamo la possibilità di valutare il lato migliore e peggiore di sprint, la differenza tra i lati e con lo sprint in linea; così è possibile trarre informazioni utili per implementare un piano d’allenamento individualizzato in base alle esigenze del singolo.
Diversi studi, hanno osservato le diverse caratteristiche biomeccaniche e neuromuscolari tra gli sprint curvilinei e lineari, mettendo in luce differenze nel posizionamento del corpo, nell’ applicazione delle forze, negli angoli articolari, nel contatto del piede al suolo e in altre variabili inerenti alla meccanica di corsa (8; 9; 10; 11; 12; 13; 7).
A tal proposito, è interessante approfondire il recente studio di Filter et al. (7), in cui è stato analizzato il comportamento cinematico e neuromuscolare inter-arti (gamba esterna e gamba interna) e intra-arto durante lo sprint curvo da ambo i lati e la differenza di performance con lo sprint in linea.
Come si evince dalla tabella 2, i calciatori risultano più veloci nello sprint curvilineo dal lato forte rispetto a quello in linea (senza significatività statistica nella differenza); mentre vi sono differenze significative (p ≤ 0,05) tra sprint in linea e sprint curvilineo dal lato debole e tra gli sprint curvilinei (lato forte e lato debole). Inoltre, gli autori sottolineano una moderata relazione (r=0,73) tra la performance nello sprint curvilineo dal lato debole e la differenza di tempo tra i due lati.
In tabella 3 vengono riportati i risultati sul tempo di contatto del piede (FCT) nelle diverse condizioni di sprint, evidenziando come nello sprint in linea il FCT sia simile in entrambe le gambe, mentre in quello curvilineo la gamba interna (IL, inside leg) ha un FCT più basso rispetto alla gamba esterna (OL, outside leg). Poi, sono state trovate differenze significative tra il FCT della IL negli sprint curvilinei nei due lati (debole e forte), ove il FCT della IL risulta più basso nel lato forte; invece non vi sono differenze significative riferite alla OL. Infine, vi sono differenze significative nel FCT tra lo sprint in linea ed entrambi gli sprint curvilinei, solo in rifermento alla IL.
Infine, per ciò che concerne l’attività elettromiografica (tabella 4), nello sprint in linea non vi sono differenze significative tra l’attività elettromiografica (EMG) del medio gluteo e del bicipite femorale tra le gambe; mentre vi è una differenza significativa nell’EMG dell’adduttore e del semitendinoso (ma è da considerare che la forza della relazione è piccola per entrambi le variabili). Invece, negli sprint curvilinei è stata trovata una differenza significativa (p ≤ 0,05) tra l’EMG di tutti i muscoli analizzati; in particolare l’EMG era più alta nei muscoli rotatori esterni (medio gluteo, bicipite femorale) per l’OL e nei i muscoli rotatori interni per l’IL (adduttore, semitendinoso).
Un altro interessante studio che fornisce spunti interessanti sul tema (14), esamina la relazione tra sprint lineari, sprint curvilinei e l’abilità di salto verticale (tabella 5).
I ricercatori, diversamente da quanto riportato dallo studio di Filter et al. (5), hanno trovato una elevata correlazione (large to very large) tra sprint lineare e sprint curvilineo, da entrambi i lati (debole e forte), con una tendenza ad incrementare l’associazione per il lato forte e con l’aumento della distanza di sprint. Mentre, la correlazione tra sprint curvilinei e lineari con l’altezza di salto verticale è risultata moderata. Inoltre, gli autori hanno calcolato il CS deficit, cioè la differenza tra lo sprint in linea sui 17 metri e lo sprint curvilineo per entrambi i lati, che permette di avere un dato semplice per capire quanto gli atleti riescono a utilizzare la loro capacità di sprint lineare anche nelle traiettorie curvilinee. Infine, gli autori hanno ipotizzato come lo scadimento della tecnica di corsa e l’incapacità di far fronte all’aumento della forza centripeta può causare una minore prestazione nello sprint curvilineo e la gamba interna, sottoposta a diversi vincoli meccanici, è il fattore limitante. Quindi, dal lato forte l’atleta potrebbe essere più efficace nel far fronte all’aumento della forza centripeta, alterando in misura minore la tecnica e il modello di sprint.
Dunque, attraverso una breve rassegna della letteratura scientifica, si è cercato di porre enfasi su una nuova visione di sprint per la performance del calciatore, non riferita solo ai classici sprint in linea e con cambio di direzione, ma disquisendo dell’importanza degli sprint curvilinei, che come detto costituiscono quelli maggiormente presenti in gara, determinanti sia nella fase di possesso sia nella fase di non possesso. E’ quindi utile integrare un lavoro focalizzato su questa tipologia di sprint, ad esempio nelle sedute di allenamento dedicate alla velocità e alla SAQ (speed-agility-quickness) o anche in quelle dedicate alla resistenza alla velocità, andando a manipolare di conseguenza le classiche variabili di lavoro e recupero, che influenzano il metabolismo energetico maggiormente implicato.
Bibliografia
- Faude O, Koch T, Meyer T. Straight sprinting is the most frequent action in goal situations in professional football. J Sports Sci. 2012;30(7):625-31.
- Gualtieri A, Rampinini E, Dello Iacono A, Beato M. High-speed running and sprinting in professional adult soccer: Current thresholds definition, match demands and training strategies. A systematic review. Front Sports Act Living. 2023 Feb 13;5:1116293.
- Suarez-Arrones L, Torreño N, Requena B, Sáez De Villarreal E, Casamichana D, Barbero-Alvarez JC, Munguía-Izquierdo D. Match-play activity profile in professional soccer players during official games and the relationship between external and internal load.
- Duhig SJ, Shield AJ, Opar D, et alInfographic. The effect of high-speed running on hamstring strain injury riskBritish Journal of Sports Medicine 2019;53:1034-1035.
- Fílter A, Olivares J, Santalla A, Nakamura FY, Loturco I, Requena B. New curve sprint test for soccer players: Reliability and relationship with linear sprint. J Sports Sci. 2020 Jun-Jun;38(11-12):1320-1325.
- Fílter A, Beltrán-Garrido V, Dos’Santos T, Romero-Rodríguez D, Requena B, Loturco I, Madruga-Parera M. The Relationship Between Performance and Asymmetries in Different Multidirectional Sprint Tests in Soccer Players. J Hum Kinet. 2021 Jul 28;79:155-164.
- Filter A, Olivares-Jabalera J, Santalla A, Morente-Sánchez J, Robles-Rodríguez J, Requena B, Loturco I. Curve Sprinting in Soccer: Kinematic and Neuromuscular Analysis. Int J Sports Med. 2020 Oct;41(11):744-750.