Il sistema stomatognatico è costituito da moltissimi recettori e la percezione dell’intera zona anatomica, composta da osso mascellare, arcata dentaria, mandibola, articolazione temporo-mandibolare e muscoli masticatori, è estremamente sensibile.
Questo sistema non ha un ruolo diretto nella regolazione del STP ma ha la capacità di destabilizzarlo con le sue perturbazioni, date dalle modificazioni delle importanti caratteristiche del recettore dento occlusale tra cui:
- la conformazione ossea dell’osso mascellare e della mandibola;
- il più elevato numero di contatti possibile durante la deglutizione dei denti inferiori e i denti superiori;
- la lingua in equilibrio al centro;
- la tensione simmetrica dei muscoli masticatori;
- la respirazione corretta con utilizzo delle vie aeree, non interessando solamente la bocca.
La condizione ottimale dell’occlusione prevede che i denti superiori siano leggermente esterni rispetto agli inferiori, che gli incisivi coprano gli antagonisti di circa un terzo e non ci siano pre-contatti, inoltre, secondo Angle, in condizioni normali la cuspide mesiovestibolare del primo molare superiore, deve occludere nel solco vestibolare del primo molare inferiore. È una condizione, questa, alquanto teorica poiché ogni individuo ha la propria occlusione abituale.
Una occlusione non fisiologica può essere accompagnata da una disarmonia delle strutture scheletriche e neuromuscolari. Queste disarmonie possono dividersi in scheletriche e dentali.
Disarmonie scheletriche
Le disarmonie scheletriche sono riferite alle alterazioni del rapporto di chiusura dei denti dovuto a difetti di crescita ossea mascellare e/o mandibolare; quelle dentali si riferiscono alle alterazioni del rapporto di combaciamento dei denti dovute a difetti nell’allineamento dei denti e/o nella forma delle arcate.
Queste alterazioni possono avvenire nei tre piano dello spazio.
In riferimento al piano sagittale le malocclusioni possono essere suddivise attraverso la classificazione di Edward Angle in:
- prima classe: il rapporto tra osso mascellare e mandibola è corretto, ma le linee di occlusione sono alterate per malposizioni dantarie, rotazioni o altre cause;
- seconda classe: si ha quando la cuspide mesiovestibolare del primo molare superiore occlude mesialmente al solco mesiovestibolare del primo molare inferiore;
- terza classe: è presente se la cuspide mesiovestibolare del primo molare superiore occlude distalmente al solco mesiovestibolare del primo molare inferiore.
Sul piano trasversale si osservano due tipi di malocclusione:
- crossbite: o morso crociato posteriore, indica l’inversione dei normali rapporti occlusali dei denti dell’arcata superiore e inferiore. L’inversione può interessare uno o più denti delle zone anteriore, laterale e posteriore;
- scissorbite: o morso a forbice, è presente quando i denti posteriori delle due arcate si sovrappongono verticalmente in occlusione abituale con i loro antagonisti, senza contatto delle superfici occlusali.
Nel piano frontale o verticale sono presenti due alterazioni dell’occlusione, openbite, o morso aperto, e deepbite o morso coperto. Queste creano delle disarmonie verticali in base a due parametri:
- overjet: data dalla distanza di sovrapposizione degli incisivi in senso orizzontale;
- overbite: data dalla distanza di sovrapposizione degli incisivi in senso verticale.
Diversi tipi di occlusione
I diversi tipi di occlusione sul piano sagittale, per mantenere il corretto bilanciamento del distretto cranio-cervicale, possono determinare delle differenze posturali in senso antero-posteriore, influendo sul tipo di lordosi cervicale attraverso il posizionamento della testa e delle scapole del soggetto.
- L’occlusione di prima classe permette un buon rapporto tra il cingolo scapolare e quello pelvico.
- La seconda classe comporta uno spostamento in avanti della testa e delle spalle, sbilanciando anteriormente il cingolo scapolare rispetto a quello pelvico. Questa classe occlusale può determinare una lordosi più accentuata rispetto ai soggetti aventi una terza classe occlusale.
- L’occlusione di terza classe comporta una traslazione posteriore della testa e delle spalle, sbilanciando posteriormente il cingolo scapolare rispetto al cingolo pelvico.
Sul piano frontale, la deviazione laterale della mandibola può comportare un disallineamento delle spalle rispetto al bacino, determinando un’inclinazione della spalla omolateralmente o controlateralmente all’inclinazione del bacino.
Le deviazioni della mandibola in riferimento al piano trasversale comportano invece rotazioni del cingolo scapolare rispetto a quello pelvico. Queste rotazioni possono essere omolaterali di entrambi i cingoli, oppure creare uno schema crociato, con rotazione del cingolo scapolare controlaterale a quello pelvico.
È stato dimostrato scientificamente che modificare la posizione della mandibola porta ad un peggioramento dell’equilibrio posturale. Modificando quindi l’occlusione, possono aumentare le oscillazioni corporee (valutate su pedana stabilometrica), inducendo l’organismo ad adattarsi alla nuova perturbazione, con conseguente ricerca, da parte dell’intero sistema, di una differente condizione di equilibrio e stabilità posturale.
Come accennato in questo articolo, sono molte le alterazioni posturali collegate a difetti dell’occlusione. Esse dipendono da tante variabili e creano dei quadri disfunzionali molto differenti tra loro. Questo ci fa capire quanto il sistema stomatognatico sia connesso alla postura del soggetto e quanto tutto questo può alterare la funzionalità dei vari distretti corporei, perturbando gli schemi di movimento.