L’articolazione della caviglia, conosciuta anche come articolazione tibio-tarsica o articolazione tibio-peroneo-astragalica o articolazione talocrurale, è costituita da 3 ossa:
- Fibula o perone
- Tibia
- Astragalo
La fibula e la tibia sono le ossa della gamba mentre l’astragalo fa parte di quelle che costituiscono il piede, più precisamente della porzione chiamata tarso.
La caviglia è rinforzata da due gruppi di legamenti, uno mediale ed uno laterale.
Apparato legamentoso mediale
L’apparato legamentoso mediale è formato dal legamento deltoideo, alla cui costituzione partecipano i legamenti:
- Tibio-astragalico anteriore
- Tibio-astragalico posteriore
- Tibio-navicolare
- Tibio-calcaneale
Apparato legamentoso laterale
L’apparato legamentoso laterale è costituito dal legamento laterale, formato, a sua volta, dai legamenti:
- Fibulo-astragaleo posteriore
- Fibulo-astragaleo posteriore
- Fibulo-calcaneale
La caviglia è una troclea e consente due tipi di movimento sul piano sagittale e sul piano trasverso:
- Dorsiflessione o flessione dorsale o flessione
- Plantarflessione o flessione plantare o estensione
Il movimento di flessione dorsale del piede può raggiungere l’ampiezza massima di circa 20° ed è permesso grazie l’azione dei muscoli:
- Tibiale anteriore
- Peroniero anteriore
- Estensore lungo dell’alluce
- Estensore lungo delle dita
La dorsiflessione è limitata dalla tensione del tendine calcaneale, del muscolo tricipite della sura (Gastrocnemio e Soleo), dei fasci posteriori del legamento deltoideo e del legamento fibulo-calcaneale.
Il movimento di flessione plantare, invece, può raggiungere l’ampiezza massima di circa 40° ed è supportato dai muscoli:
- Gastrocnemio
- Soleo
- Tibiale posteriore
- Peroniero lungo
- Peroniero breve
- Flessore lungo delle dita
- Flessore lungo dell’alluce
- Plantare
La plantarflessione è limitata dalla tensione dei muscoli flessori dorsali, dei fasci anteriori del legamento deltoideo e del legamento fibulo-astragaleo anteriore.
La caviglia, insieme alle altre articolazioni del retropiede, realizza una sola articolazione che effettua anche movimenti di:
- Adduzione: permette di portare l’estremità distale del piede verso l’interno;
- Abduzione: permette di portare l’estremità distale del piede verso l’esterno;
- Pronazione: mantenendo la zona metatarsale al suolo prevede una intrarotazione della pinza bimalleolare dell’articolazione tibiotarsica ed una relativa intrarotazione astragalica; il calcagno ruoterà quindi verso l’esterno aumentando i propri gradi di valgismo;
- Supinazione: rotazione esterna della pinza bimalleolare e dell’astragalo con una relativa rotazione interna e aumento dei gradi di varismo del calcagno;
- Inversione: associazione di adduzione, supinazione e flessione plantare;
- Eversione: associazione di abduzione, pronazione e flessione dorsale.
Primo step: rilascio miofasciale
Al fine di far lavorare l’articolazione della caviglia nei migliori dei modi, è particolarmente utile svolgere esercizi di rilascio miofasciale su:
- Muscolatura del polpaccio
- Tibiale anteriore
- Pianta del piede
L’auto rilascio miofasciale con rotolo di schiuma sul polpaccio è un metodo efficace per ridurre la rigidità del gastrocnemio e aumentare il ROM della dorsiflessione (Chang TT., 2021) e della flessione plantare della caviglia (Yoshimura A., 2021).
Lo SMFR ed il MFR, insieme allo stretching statico dei muscoli posteriori della gamba, ne migliora la dorsiflessione passiva (Škarabot J., 2015).
Come migliorarne la mobilità
In caso di rigidità dell’articolazione caviglia è certamente idoneo eseguire un lavoro specifico di mobilità sia a catena cinetica aperta che a catena cinetica chiusa.
Si ricorda che:
- Catena cinetica aperta: sistema in movimento in cui un’estremità è fissa e vincolata mentre l’altra estremità distale è libera e priva di alcun vincolo; c’è un aumento dei gradi di libertà.
- Catena cinetica chiusa: sistema in movimento in cui entrambe le estremità sono fisse e vincolate; c’è un aumento dei gradi di vincolo.
È consigliabile svolgere, in catena cinetica aperta, l’esercizio nel quale si effettuano, dalla posizione di decubito supino, movimenti di flessione dorsale e plantare e di inversione ed eversione.
In catena cinetica chiusa, invece, dalla posizione eretta si svolgono movimenti di flessione dorsale e plantare effettuando un movimento di rullata sulla pianta del piede; l’esercizio può essere svolto anche sul bordo mediale e laterale del piede.
Il miglioramento della dorsiflessione e della flessione plantare della caviglia è molto importante per prevenire, insieme ad altri esercizi, le lesioni del legamento crociato anteriore (Fong CM., 2011).
Rinforzo e stabilizzazione della caviglia
Un esercizio particolarmente utile per rinforzare l’articolazione della caviglia è la deambulazione con differenziazione degli appoggi del piede:
- tallone;
- avampiede;
- porzione laterale.
Si sconsiglia l’appoggio sul bordo mediale del piede per evitare coinvolgimenti con allineamenti errati del ginocchio.
Per ciò che concerne la stabilizzazione ed il controllo su piani instabili della caviglia, un lavoro particolarmente utile è l’appoggio monopodalico su una tavoletta instabile. L’obiettivo dell’esercizio è il mantenimento della posizione, in appoggio monopodalico, gestendo i movimenti della tavoletta.
Lavori specifici di rinforzo muscolare e di equilibrio permetto di migliorare l’instabilità cronica della caviglia (Hall EA., 2018).
Una routine di riscaldamento, da 8 minuti per 10 settimane, costituita da equilibrio su un piede scalzo, plank e streching del polpaccio, migliora il range of motion della dorsiflessione della caviglia e il centro di pressione (CoP) del baricentro del soggetto, svolgendo un ruolo chiave nella prevenzione degli infortuni alla caviglia nei giocatori di basket (Padua E., 2019).
Bibliografia
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Sitografia
https://www.scienzemotorie.com/analisi-del-cammino-2-parte/ Ultimo accesso 09/10/2022