La Carta Europea dello Sport del 1992 definisce lo sport come “qualsiasi forma di attività fisica che, attraverso una partecipazione organizzata o non organizzata, abbia per obiettivo l’espressione o il miglioramento della condizione fisica e psichica, lo sviluppo delle relazioni sociali o l’ottenimento di risultati in competizioni di tutti i livelli”.
La pratica di attività sportive viene perciò incoraggiata sin dall’età infantile per i sui benefici, ormai accertati, sulla salute psico-fisica.
Purtroppo chi pratica sport sa che può incorrere in infortuni per diversi motivi che possono andare dalla scarsa condizione fisica, dai disequilibri muscolari, dagli incidenti precedenti, dall’elevata velocità del gioco, ecc.
Risulta allora importante occuparsi di prevenzione degli infortuni sportivi fin dalla giovane età, puntando a uno sviluppo multilaterale del corpo.
Le evidenze scientifiche ci mostrano che una routine sistematica di esercizi a finalità preventiva riduce le possibilità di infortunio nello sportivo e ne migliora l’efficienza fisica, senza dimenticare che il movimento stesso è la prima misura preventiva.
Definizione di infortunio
Risulta complicato definire precisamente in cosa consista un infortunio sportivo; la classificazione, eziologia e la diagnosi sono importanti e precedenti alla quantificazione della gravità di un infortunio.
Schafle et al. (1990) definiscono l’infortunio come un evento che necessita di cure mediche, mentre Ekstrand (1983) afferma che un infortunio è tale se implica un intervento terapeutico, seguito da riposo per almeno 7 giorni, mentre altri autori, dando una definizione simile, non considerano l’assenza dalle competizioni o allenamenti (Junge et al., 2000).
Associandoci alle indicazioni di diversi autori tra cui Fuller et al. (2006), definiamo infortunio un evento traumatico, accaduto durante la pratica sportiva che non permette all’atleta la normale partecipazione alla preparazione fisica e tecnico-tattica.
Va considerata anche la gravità dell’infortunio (Van Mechelen et al., 1992; Arnason et al., 2004) che in genere è misurata in base al numero di giorni di assenza dalla partecipazione sportiva.
A titolo di esempio riportiamo le indicazioni di Fuller e coll. (2006) che classifica gli infortuni in quattro categorie, in base alla durata dell’assenza dalle sessioni di allenamento e dagli incontri:
- Lievi (1/3 giorni di assenza);
- Minori (4/7 giorni di assenza);
- Moderati (8/28 giorni di assenza);
- Maggiori (più di 28 giorni di assenza) compreso il giorno dell’infortunio.
Riguardo le cause alcuni autori definiscono 2 cause di infortunio:
- Estrinseche: dovute a un evento di estrema violenza;
- Intrinseche: dovute alle sollecitazioni a cui l’individuo è sottoposto.
Inoltre una lesione può essere considerata “acuta” o “da sovraccarico”. Viene definita acuta (o traumatica) quando è il risultato di un singolo evento traumatico che si realizza quando per esempio il muscolo subisce uno stiramento; viene definita, invece, da sovraccarico funzionale quando si sviluppa gradualmente, in un lasso di tempo prolungato (Sannicandro, 2009; Taimela et al., 1990).
Classificazione degli infortuni
Una classificazione degli infortuni in base all’evento è quella di Arcelli (2008) che fa una suddivisione in quattro tipologie/eziologie:
- Lesioni da trauma diretto: si verifica quando c’è un impatto fra il corpo dell’atleta (o una sua parte) e un oggetto;
- Lesioni da trauma indiretto: in una parte del corpo del giocatore, per esempio in una certa articolazione, anche senza un impatto fra il corpo e un oggetto. Vedi le distorsioni di caviglia;
- Lesioni senza trauma esterno: la lesione interessa le parti molli, specialmente i muscoli, come le lesioni muscolari di diversa entità;
- Lesioni da microtraumi ripetuti o da sovraccarico come le patologie da overuse.
Epidemiologia degli infortuni sportivi
I fattori di rischio di infortunio nello sport (Dove fattori di rischio della lesione da sport sono definiti come quelle entità che contribuiscono al realizzarsi della lesione, da Meeuwisse, 1994).
Oggi prevale l’idea di una patogenesi degli infortuni multifattoriale (Lysens et al., 1991). Questo filone di ricerca sostiene l’idea che ci siano 2 tipologie di fattori di rischio interconnesse, riferite a:
- Cause estrinseche, legate a: tipo di sport/attività fisica, modo in cui è praticato, fattori di contesto, equipaggiamento;
- Cause intrinseche, riferite alle caratteristiche personali, tanto fisiche quanto psicologiche.
Fattori di rischio intrinseci
- Livello di gioco;
- Condizioni meteo, differenze geografiche e climatiche;
- Superficie di gioco;
- Tipo di calzature;
- Skill level;
- Incontri disputati.
Fattori di rischio intrinseci ecedenti
- Caratteristiche biologiche, allenamento;
- Aspetti posturali, squilibri a carico dell’apparato muscolo-scheletrico;
- Dieta, alimentazione;
- Stress emotivi, tensione pre-partita, aspettative;
- Stile di vita.
La prevenzione degli infortuni sportivi
La partecipazione a uno sport comporta inevitabilmente un rischio di infortunio e per ridurre tale rischio al minimo occorre intervenire sui diversi fattori di criticità, come ad esempio un intervento sull’efficienza motoria nei movimenti generali e nei fondamentali specifici della disciplina. L’inefficienza motoria può essere un fattore di rischio per infortuni e motivo di diminuzione della prestazione sportiva. È necessario utilizzare un approccio sistematico per la prevenzione degli infortuni e l’ottimizzazione delle prestazioni.
Da sottolineare l’attenzione particolare che deve essere portata verso il/la giovane atleta in fase di accrescimento. Alcune criticità da tenere presente, come ad esempio la parziale comparsa di cambiamenti nel controllo neuromuscolare, dovuti dalla trasformazione delle dimensioni del corpo, possono provocare una sollecitazione eccessiva causata soprattutto da carichi di allenamento che determinano sovraccarico strutturale (Fröhner et al., 2007). I fattori costituzionali e funzionali che richiedono un’attenzione particolare se si vuole garantire la capacità di carico in fase infantile e adolescenziale dove si possono riscontrare posture a riposo sfavorevoli dal punto di vista statico (petto scavato, spalle in avanti) che limitano l’apertura dell’angolo braccia-tronco, atteggiamenti cifotico-lordotici con pericolo di un aumento della sollecitazione nella regione toracica e lombare del rachide, e la statura elevata influenzata da picchi di crescita (Fröhner et al., 2007).
Fattori di determinamento degli infortuni sportivi
- Mancanza di condizionamento fisico adeguato;
- Esercizi di riscaldamento e defaticamento trascurati;
- Carichi di lavoro eccessivi;
- Gesto tecnico non corretto;
- Abbigliamento sportivo non adeguato;
- Terreno di gioco non adatto;
- Mancanza di screening preventivo;
- Infortuni precedenti non adeguatamente trattati;
- Asimmetrie e sbilanciamento osteo-articolari;
- Allineamento posturale dinamico;
- Controllo neurale deficitario;
- Deficit di equilibrio e stabilità.
Cosa è la prevenzione?
Per prevenire gli infortuni nello sport dovremmo, secondo le indicazioni di vari autori come Van Mechelen et al. (1992) e Meeuwisse (1994), capire la probabilità e l’incidenza che un infortunio si verifichi in determinate popolazioni specifiche, poi identificare e capire i fattori di rischio per le diverse popolazioni. Come terzo punto attuare strategie di prevenzione da sviluppare e infine valutare, implementare le strategie di recupero per massimizzarne gli effetti in un contesto sport-specifico.
Visto le molteplici cause di infortunio, è utile stabilire una routine di esercizi con finalità preventive, da introdurre in età giovanile. La prevenzione è quindi lo strumento necessario per ridurre l’incidenza degli infortuni nello sport e include tutte le azioni finalizzate a impedire o ridurre il rischio che si verifichino eventi non desiderati.