“La classificazione degli sport paralimpici ha come obiettivo quello di promuovere la partecipazione allo sport per persone portatori di handicap, contenendo i limiti di una disabilità che può essere fisica, visiva e mentale”
Tweedy & Vanlandewijck (2011)
International Olympic Committee
International Paralympic Committee
Alessandro Zanardi
Nel 2018 Alessandro Zanardi a Cervia si è classificato al quinto posto assoluto tra atleti normodotati in una competizione ironman. Zanardi ha concluso 3,8 km di nuoto, 180 km di bicicletta e 42,2 km di corsa 8 ore 26 minuti e 6 secondi. Un nuovo record del mondo per la categoria disabili.
“Chiamano disabili atleti che fanno i 50 all’ora in bici, i 100 metri in 11”, saltano in alto 2 metri, corrono la maratona da in alto 2 metri, corrono la maratona da non vedenti in 2h35’, lascio a voi valutare chi è il disabile nella vita comune”
Fabrizio Tacchino
Limitazioni fisiche e fisiologiche dell’atleta paralimpico
Atleti che partecipano in discipline paralimpiche possono presentare una o più delle seguenti limitazioni fisiche e fisiologiche:
- Cecità completa o parziale
- Ipotonia
- Atassia
- Atetosi
- Limitata funzionalità muscolare
- Amputazioni e asimmetrie tra arti
- Limitazioni antropometriche
Atleta paralimpico. Aspetti coordinativi e condizionali
Dal punto di vista fisico un atleta diversamente abile ’ha necessità’ di migliorare tre aspetti coordinativi e condizionali che sono fondamentali per limitare le conseguenze di una disabilità fisica:
- Aumentare i livelli di forza muscolare, in modo particolare la forza della muscolatura del tronco.
- Migliorare la capacità di escursione articolare, si a livello di mobilità che di stabilità ad end-range.
- Aumentare i livelli di coordinazione generale, integrando propriocezione, equilibrio e coordinazione oculo-manuale.
Aumentare i livelli di forza muscolare, in modo particolare la forza della muscolatura del tronco è un aspetto fondamentale nella preparazione fisica di un atleta paralimpico. Indipendentemente dal grado di limitazione funzionale, la forza della muscolatura del core e della muscolatura stabilizzatrice oltre che di quella della muscolatura motoria primaria è essenziale per migliorare la capacità di prestazione ma anche per aumentare l’efficienza nel movimento.
3 elementi da considerare
Esistono tre elementi da tenere in considerazione quando si affronta l’allenamento della muscolatura stabilizzatrice in un atleta portatore di disabilità che nel loro complesso contribuiscono a rendere l’allenamento funzionale alle esigenze di un soggetto portatore di handicap:
- Allenare la catena crociata
- Utilizzare la muscolatura prossimale del tronco
- Facilitare il trasferimento di forza
3 distretti muscolari
Tre distretti muscolari di particolare importanza nell’allenamento della forza dell’atleta paralimpico in un’ottica di funzionalità orientata verso il miglioramento della capacità di prestazione sono i seguenti:
- La muscolatura del deltoide.
- Dei glutei.
- La muscolatura dell’avambraccio.
Un quarto distretto muscolare è quello dell’ileopsoas, un forte flessore dell’anca con funzione motorie importanti nell’atleta con disabilità.
Aumentare la capacità di escursione articolare, si a livello di mobilità che di stabilità ad end-range, è fondamentale nell’allenamento dell’atleta con disabilità. Si tratta di un approccio complesso che include esercizi di mobilità attiva ed esercizi di potenziamento muscolare con sovraccarichi eseguita a range di escursione articolare particolarmente spinti.
Tipi di Esercizi per ATLETA PARALIMPICO
- Esercizi di mobilità attivi come esercizi di stretching dinamico ed esercizi di facilitazione neuromuscolare propriocettiva (PNF) rappresentano le basi di un approccio funzionale alla mobilità articolare. È opportuno considerare l’importanza di un approccio integrato che consideri eventuali disparità tra arti e limitazioni strutturali.
- Esercizi di mobilità con sovraccarico utilizzando piccoli attrezzi, elastici o semplicemente esercizi a corpo libero sono altrettanto importanti per aumentare la stabilità attiva in condizioni di range of motion instabile o per posizioni angolari specifiche. In questo contesto è utile considerare l’inserimento di esercizi isometrici a diverse posizioni angolari nel rispetto di quelle che sono le caratteristiche biomeccaniche del gesto tecnico di gara.
Aumentare i livelli di coordinazione generale, integrando propriocezione, equilibrio e coordinazione oculo-manuale. Tanto l’allenamento della forza quanto quello della mobilità articolare e bene che includono una componente di propriocezione, equilibrio e coordinazione generale. Esercizi di di tipo open-skill sono un’ottima soluzione per creare un contesto di lavoro che sia realmente funzionale.
È fondamentale inserire tanto esercizi di equilibrio statico quanto esercizi di equilibrio dinamico che includano aspetti fondamentali del gesto tecnico di gara. Allenare la coordinazione oculo-manuale e/o oculo-podalica con l’uso di piccoli attrezzi è altrettanto importante per migliorare aspetti coordinativi generali e facilitare l’apprendimento di gesti motori adattati.
Aspetti fondamentali
Due aspetti sono fondamentali da tenere in considerazione nell’allenamento di un atleta disabile e che sono da valutare in maniera individuale da soggetto a soggetto:
- Eventuali deficit di termoregolazione, che possono comportare fenomeni di disidratazione acuta e/o heat stroke.
- Eventuale compromissione di fattori emodinamici che possono contribuire a limitazioni metaboliche importanti.
Questi fattori vanno attentamente valutati soprattutto nelle discipline miste e di durata.