La sindrome del piriforme (PS) è una condizione caratterizzata dalla presenza di dolore nella regione glutea, che può irradiarsi lungo la gamba, manifestando sintomi simil-sciatalgici.
Descritta per la prima volta nel 1928 (Yoeman), il nome “Sindrome del Piriforme” è stato introdotto successivamente per indicare la compressione del nervo sciatico da parte del muscolo Piriforme.
La letteratura più recente suggerisce il termine di “deep gluteal syndrome ” (sindrome dello spazio gluteo profondo), per fare riferimento a questa condizione di compressione del nervo sciatico, per cause indipendenti dal disco intervertebrale, che determina sintomatologia dolorosa e parestesie nella regione glutea, all’anca o nella regione posteriore della coscia, che può essere associata o meno a dolore radicolare.
Sindrome del Piriforme: quali sono le cause?
Esistono due componenti che contribuiscono alla manifestazione clinica della Sindrome del Piriforme, una di natura somatica e una neuropatica.
- Alla base della componente somatica c’è la presenza di punti trigger attivi a livello miofasciale del muscolo Piriforme, che può coinvolgere anche i muscoli vicini quali i muscoli otturatori e gli ischiocrurali.
- La componente neuropatica si riferisce alla compressione del nervo sciatico da parte del muscolo Piriforme, causata ad esempio da un trauma nella regione glutea oppure da una predisposizione anatomica nell’alterazione del rapporto Piriforme-nervo sciatico.
Altre cause sono legate all’ipertrofia del muscolo Piriforme o, ancora, a spasmo dello stesso muscolo. Va sottolineato però che, secondo alcuni autori, la sintomatologia dolorosa associata al Piriforme sia causata da un eccessivo allungamento del muscolo stesso; in questo caso, le cause sono imputabili a cattive posture sia in stazione eretta, sia in quella seduta.
Diagnosi
La diagnosi della Sindrome del Piriforme è ancora oggetto di dibattito in letteratura.
Secondo alcuni autori, infatti, risulta essere una problematica sotto diagnosticata, mentre per altri autori è invece sovra diagnosticata: queste contraddizioni sono dovute al fatto che la Sindrome del Piriforme si rivela di difficile valutazione, poiché non esiste un esame diagnostico univoco e spesso viene confusa con altre patologie che presentano un quadro sintomatologico molto simile e di difficile discriminazione.
Una volta escluse patologie che riguardano il rachide lombare o l’articolazione sacroiliaca, può essere effettuata una batteria di test di valutazione del soggetto che si ipotizza essere affetto da Sindrome del Piriforme, tra cui:
- Freiberg Test: l’operatore fa distendere il paziente sul lettino in posizione supina e, passivamente, ruota internamente la gamba interessata del paziente.
- Fair Test: da decubito laterale. L’operatore flette, abduce e intra ruota l’anca: l’evocazione del dolore o di parestesie determina la positività del test. Il test può essere svolto anche in posizione supina.
- Active Piriformis Test: in decubito laterale a ginocchia flesse. Il soggetto dovrà abdurre ed extraruotare l’anca. L’operatore pone la mano sul ginocchio del paziente, opponendo resistenza al suo movimento. Il test è positivo se evoca dolore irradiato o parestesie.
- Beatty Test: in decubito laterale, sul lato non dolente, ad anche e ginocchia flesse; gli si chiede di sollevare e abdurre attivamente la coscia, in modo che fuoriesca dall’area del lettino. Questo test è positivo se provoca dolore profondo a livello gluteo, senza interessamento del rachide lombare.
- Pace & Nagle Test: il soggetto è seduto sul lettino e deve abdurre entrambe le anche, contro la resistenza posta dall’esaminatore. Il test è positivo se avverte dolore sul lato interessato rispetto al contro-laterale.
Quali esercitazioni aiutano a risolvere il problema?
Cerchiamo di fare un po’di chiarezza: le indicazioni in letteratura suggeriscono di effettuare esercizi di allungamento al fine di ridurre gli stati compressivi sul nervo sciatico.
Alcuni esercizi:
- Rilasciamento miofasciale: posizione seduta a terra, collocare il Foam Roller trasversalmente, al di sotto della regione glutea da trattare. Piegare e portare la gamba da trattare sopra la gamba opposta, che farà da guida per il movimento. Soffermarsi nelle zone dolenti e auto-massaggiarle.
- Allungamento del Piriforme: posizione seduta a terra e busto eretto, piegare l’arto interessato che dev’essere portato in allungamento e portare il piede esternamente al ginocchio dell’arto controlaterale, che rimane disteso mantenendo il piede in flessione dorsale. L’allungamento avviene effettuando una leggera tensione, a livello del ginocchio dell’arto piegato in direzione del ginocchio stesso, con il braccio opposto, sfruttando la torsione del busto. L’altro braccio rimane in appoggio palmare per dare stabilità. Evitare l’eccessiva torsione e il sovraccarico lombare.
- Allungamento del Piriforme: posizione sdraiata, con le gambe flesse su un tappetino o su un lettino. Portare in rotazione esterna la gamba dell’arto da trattare e portare il piede sul ginocchio controlaterale. Per creare tensione sul Piriforme interessato, porre le mani sul cavo popliteo della gamba a terra per poterla afferrare e direzionarla lentamente verso il petto. Attenzione a non inarcare il collo durante lo svolgimento dell’esercizio.
Quando la compressione sul nervo sciatico è determinata da un eccessivo allungamento del muscolo Piriforme, il problema può essere trattato e il dolore ridotto, andando a lavorare sul rinforzo dei muscoli deboli, sia in maniera analitica che globale, al fine di ridurre gli squilibri che lo causano. L’intervento sarà quindi mirato al rinforzo della muscolatura abduttoria ed extrarotatoria dell’anca.
Conclusioni
Gli studi dimostrano che il Piriforme non è l’unica struttura anatomica coinvolta in questo meccanismo e oggi si preferisce parlare di Sindrome dello spazio gluteo profondo.
Al trattamento farmacologico si abbinano le esercitazioni che comprendono allungamenti, release miofasciale con Foam Roller e Rubber Ball (o pallina da tennis) ed esercizi di rinforzo, quando si riscontrano muscoli eccessivamente allungati e deboli. La scelta degli esercizi deve sempre passare da un’attenta valutazione del soggetto, al fine di individuare la causa o i meccanismi che hanno generato la sintomatologia del dolore.
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