L’insegnamento della tattica nel calcio è tanto facile quanto complessa a seconda del modo in cui gli allenatori la propongono.
Questo è un aspetto fondamentale in ogni genere di insegnamento, infatti tutti i professori dovranno sicuramente essere “padroni della materia” e questo si noterà soprattutto dalla dimestichezza con cui chi insegna risponde alle domande (parte della “lezione” non codificata e da improvvisare), ma dovranno anche riuscire ad organizzare i propri pensieri e riportarli in maniera semplice ai discenti.
Nel calcio (e soprattutto in quello giovanile) è ancora più difficile insegnare la tattica perché:
- L’allenatore ha in testa un’azione codificata che difficilmente si svilupperà;
- Essendo un gioco di situazione ogni giocatore avrà in mente il proprio sviluppo;
- La componente tecnica influenza in maniera determinante la tattica;
- La fatica (componente fisica) ed il tempismo (azione giusta al momento giusto) influenzano le scelte (che a “bocce ferme” sarebbero fatte diversamente);
- Il passaggio dalla TEORIA alla PRATICA è determinante.
Per questo l’insegnamento della parte tattica dovrebbe essere spiegata per PRINCIPI da applicare ad ogni situazione coi tempi giusti e non per AZIONI pre-confezionate e non modificabili.
Per spiegare meglio:
PRINCIPIO: Quando riparte l’azione dalla difesa al momento in cui chi a palla riesce a “scoprirla” un giocatore della linea di attacco dovrà andare in contro a ricevere. In questo caso a seconda di come si svilupperà l’azione un giocatore offensivo potrà (e dovrà) andare a ricevere coi tempi e modi che deciderà al momento.
AZIONE: Partendo dalla difesa la palla dovrà andare dall’esterno basso di destra alla punta centrale più vicina che verrà a ricevere per scaricare sul centrocampista. Nella situazione appena descritta, se l’attaccante più vicino è ben marcato l’azione codificata non potrà più venire e si dovrà ricreare una nuova azione decisa precedentemente, togliendo anche fantasia alle individualità.
Sarebbe l’ideale per ogni allenatore se i propri giocatori potessero “vedere” la tattica come la vede lo stesso mister.
Con la teoria dei quadrati potremo proporre (soprattutto nei primi allenamenti di lavori tattici) questa visione reale sul campo ai nostri giocatori.
LA TEORIA DEI QUADRATI
Dovremo suddividere il campo in diversi quadrati (in ogni zona di campo) che inizialmente saranno visibili e segnati a terra con dei segnalatori, per poi farlo entrare nella testa dei giocatori e rendere i nostri quadrati “dinamici” (spiegheremo dopo il dinamismo).
Da questa suddivisione (una volta entrata nella testa dei ragazzi) si potranno creare un’infinità di esercizi a seconda della finalità che vorremo raggiungere.
Inoltre se volessimo utilizzare i quadrati come codifica anche durante la gara potremmo comunicare coi nostri giocatori dicendo ad esempio: “gioca nel quadrato esterno” oppure “occupa il quadrato più vicino” ecc.
Ogni reparto avrà dei propri quadrati da occupare e tutti insieme occuperanno l’intero campo di gioco (quando cominceremo ad insegnare gli interscambi potremo chiedere ai giocatori di occupare il quadrato di un compagno o di liberare un quadrato per un inserimento.
I QUADRATI DEI DIFENSORI
I quadrati difensivi (soprattutto supponendo una difesa a quattro; con una difesa a 3 potremmo aggiungerne uno centrale, ma per non creare troppa confusione io manterrei lo stesso numero) saranno SEI.
- L’ALTEZZA dei quadrati dipenderà da quanto si vuole tenere “alta” la squadra
- LA PROFONDITA’ dei quadrati (che potranno diventare quindi rettangoli) dipenderà da quanto profonda vogliamo l’uscita del difensore in “accorciata”
Soprattutto ci interesserà suddividere il campo nelle nostre 6 zone in orizzontale per far mentalizzare ai giocatori il concetto di: quando difendo sto STRETTO col reparto, quando attacco prendo AMPIEZZA.
Per questo possiamo, parlando coi nostri difensori, far passare il concetto che: in fase di non possesso palla i 4 compagni di squadra dovranno occupare 4 quadrati vicini.
PALLA CENTRALE (fase difensiva)
Come vediamo su palla centrale verranno lasciati liberi i quadrati 5 e 6. In questo caso ad esempio potremo insegnare anche che:
- Se la palla è in linea col proprio quadrato di competenza (in questo caso il 2) il giocatore all’interno occuperà la zona più vicina alla palla.
- Più il quadrato si allontana dalla palla, più il “padrone” del medesimo dovrà occupare una zona più vicina alla porta.
- La zona da difendere maggiormente sarà la linea del quadrato parallela e più vicina alla porta (dove si prende gol).
In questa maniera molto semplice abbiamo introdotto alcuni concetti fondamentali della fase difensiva nel calcio (a volte difficili da spiegare e far apprendere):
- LA COPERTURA
- LA DIFESA DELLA PORTA
PALLA LATERALE (fase difensiva)
Come vediamo su palla laterale verranno lasciati liberi i quadrati 5 e 3 (i più distanti dal pallone).
Mantenendo i concetti già descritti prima in questa situazione stiamo aggiungendo l’insegnamento di altri principi quali:
- IL LATO DEBOLE
- LA DENSITA’ IN ZONA PALLA
- LA COPERTURA DELLA PORTA (se non avessi delineato il quadrato 1 il concetto di densità in zona palla mi porterebbe l’ultimo giocatore a sinistra a “stringere” troppo disinteressandosi di coprire lo specchio di porta)
- LA DIAGONALE (già introdotta con la copertura)
FASE OFFENSIVA (palla al portiere)
Anche per i difensori (sempre sfruttando i quadrati) possiamo lavorare col possesso palla.
Possiamo indicare di lasciar liberi i quadrati 1 e 2 indicando i principi di:
- AMPIEZZA
- CONTROLLO ORIENTATO
Dopo che il pallone è stato giocato (ad esempio in zona 6) chiederemo ai nostri giocatori di occupare 3 delle 4 zone centrali (in questo caso ZONA 4 – 2 – 1) introducendo altri principi in fase di possesso quali:
- EQUILIBRIO
- MARCATURA PREVENTIVA
Ed indicando ai difensori con quanti giocatori si vuole rimanere nella linea di difesa (in questo caso 3) solo segnalando i numeri dei quadrati da riempire.
Introducendo inoltre i primi concetti di INSERIMENTI ed INTERSCAMBI (difensore di destra che partecipa all’azione offensiva dovrà lasciare uno dei suoi quadrati per andare in un quadrato dei centrocampisti) che tratteremo dopo.
I QUADRATI DEI CENTROCAMPISTI
Proseguendo con i reparti prendiamo ad esempio un centrocampo a 3 giocatori ed utilizziamo una possibile codifica dei nostri quadrati.
DOVEROSA PREMESSA: i quadrati proposti in ogni reparto possono essere modificati a seconda del sistema di gioco che si andrà ad adottare e della filosofia di gioco che si vorrà proporre. Nulla vieterà di utilizzare 3 oppure 5 quadrati nella zona centrale del campo (magari sempre per un centrocampo a tre giocatori) a seconda dei principi calcistici che l’allenatore vorrà infondere alla squadra.
Sui centrocampisti valuteremo i primi concetti di interscambio e la ricezione sopra o sotto la linea del pallone, per questo vengono creati 4 + 4 quadrati speculari chiamati D = difena e A = attacco; perché i centrocampisti, trovandosi nel mezzo del gioco, dovranno in ogni momento decidere se il loro compito è difendere o attaccare (indipendentemente dalla squadra che è in possesso palla, soprattutto nel momento di organizzare la fase difensiva in fase di possesso).
POSSESSO PALLA (principio del doppio quadrato)
Partiamo da una situazione di gioco con palla al centrocampista centrale: l’imput nei quadrati potrebbe essere:
quando il centrale con palla entra nel quadrato più vicino, l’interno andrà ad occupare il proprio quadrato di attacco (A4), viceversa quando si allontana occuperà il proprio quadrato di difesa (D3). Abbiamo già inserito dei concetti di:
- EQUILIBRIO
- CONQUISTA CAMPO
- COPERTURA
Soprattutto parlando di equilibrio avremo fatto passare ai nostri interni che è pericoloso che entrambi partecipino alla fase offensiva e gli abbiamo fatto capire, senza dirglielo, chi dovrà attaccare e chi difendere. (In questo caso quello di sinistra avendo come indicazione di mantenere il suo quadrato D se il centrale va lontano si troverà già pronto per la fase difensiva).
NON POSSESSO PALLA (principio dell’uscita dai quadrati)
I quadrati delineati più stretti della linea laterale del campo fanno capire ai centrocampisti la:
- DIFESA DELLA ZONA CENTRALE
I 2 quadrati centrali creano una zona centrale più ampia per creare il senso di - COPERTURA
- SOSTEGNO
da parte del centrocampista centrale (oltre a tenere sempre il quadrato più distante libero creando il concetto di - LATO FORTE E LATO DEBOLE
- I QUADRATI DEGLI ATTACCANTI
Consideriamo un 4 3 3 quindi coi tre attaccanti schierati in ampiezza ed anche qui portiamo un numero di quadrati maggiore per poter creare movimento (altro concetto che riusciremo ad inserire coi quadrati).
Qui potremo far lavorare gli attaccanti sui 3 smarcamenti (incontro, in profondità ed in ampiezza) indicandogli che quadrati occupare nelle varie situazioni
POSIZIONAMENTO ATTACCANTI
Valutiamo una palla laterale di un centrocampista: potremo chiedere come prima situazione di partenza che i nostri attaccanti di occupare più spazio possibile. Nella teoria dei quadrati basterà indicare agli attaccanti di mantenere 1 quadrato libero tra di loro creando così il concetto di:
- AMPIEZZA
- OCCUPAZIONE SPAZI
- SMARCAMENTO
In questo esempio con palla esterna nella prima giocata offensiva si potrà indicare:
quadrato 5 in largo – quadrato 1 in corto – quadrato 4 in lungo; avendo creato 3 movimenti offensivi da partenza precodificata.
MOVIMENTO ATTACCANTI
Per introdurre alcuni movimenti con semplicità e lasciare di conseguenza fantasia ai giocatori potremmo ad esempio chiedere ai nostri attaccanti, dopo aver giocato palla, di chiamare per nome un compagno di reparto e scambiare con lui la posizione nei quadrati. Questo ci porterebbe a:
- INTERSCAMBI
- MOVIMENTO SENZA PALLA
- TAGLIO
- SOVRAPPOSIZIONE
Tutti quei movimenti che portano a non essere statici o “sui binari”. Potremmo inoltre chiedere a tutti e 3, su una palla laterale di un altro reparto, di occupare equamente i quadrati 1 – 2 – 3 per:
- PRESA DI POSIZIONE
- ATTACCO ALLA PORTA
I QUADRATI SU TUTTO IL CAMPO
Come si può vedere nell’ultima immagine che comprende tutti i quadrati sul campo (in questo caso in una fase offensiva visto che il baricentro della squadra termina sulla linea di fondo avversaria) avremo:
- ZONE DI COMPETENZA: che abbiamo visto prima, di pertinenza di uno dei reparti.
- ZONE COMUNI: ad esempio la zona gialla occupabile da tutti e 3 i reparti.
- ZONE DI INTERSCAMBIO: ad esempio difensore in zona 6 potrà andare in zona attacco 5 ma, come visto prima, l’attaccante dovrà essere in zona attacco 1, 2 o 3.
LA COSTRUZIONE DEL GIOCO (gli allenamenti)
Partendo dalla conoscenza specifica dei quadrati che vogliamo proporre ai nostri giocatori potremo sviluppare tutti gli esercizi che ci porteranno all’obiettivo finale (insegnare le varie posizioni in campo).
Ad esempio potremmo anche creare dei lavori atletici che, indicando i vari quadrati da occupare di volta in volta ci porteranno ad un lavoro tattic o.Oppure utilizzando solo i quadrati esterni di ogni reparto si potranno creare delle catene di gioco laterali.
O ancora si potrà lavorare tecnicamente con possessi palla nello stretto, tenendo sempre presente l’indicazione del quadrato che ci permetterà di uscire da una situazione tattica particolare (ad esempio tramutandolo in una zona di meta).
DALLO STATICO AL DINAMICO
L’ultimo passaggio sarà (dopo aver automatizzato l’uso dei quadrati da parte dei ragazzi) togliere i segnalatori a terra e rendere i quadrati più simili alla gara (durante la partita i quadrati si dovranno “materializzare” nella testa dei ragazzi più o meno ampi a seconda della situazione).
Durante la partita (se precedentemente codificate) si potranno utilizzare indicazioni vocali che riprendono l’uso dei quadrati in allenamento (ad esempio: “difendi il quadrato centrale” oppure: “attacca zona 1”).
Questo metodo potrà essere un modo diverso di approccio alla tattica calcistica per trasformare velocemente la teoria in pratica calcistica.