Cristiano Ronaldo: il salto dal punto di vista del laureato in Scienze Motorie
Durante il match di Serie A di metà dicembre scorso, tra Sampdoria e Juventus il sorpasso ai danni della squadra di casa è avvenuto grazie ad un bellissimo colpo di testa di Ronaldo. Il salto dal punto di vista del laureato in Scienze Motorie, che stando a quanto ci dicono i “rotocalchi” sportivi sarebbe avvenuto:
- “restando sospeso in aria 1 secondo”
- “saltando fino a 2,56 metri”
- “galleggiando in aria”
- “sfidando le leggi della fisica”
- da quel giorno, il mondo degli sportivi si è diviso in tre categorie di cui le prime due numericamente maggiori. Detrattori, sostenitori, “professori”.
I detrattori sostengono che non ci sia nulla di speciale in un gesto del genere essendoci molti sport in cui si salta molto più in alto. Ad esempio il basket, la pallavolo, il salto in alto, il football americano, la pallamano. Solitamente i soggetti appartenenti a questa categoria non sono tifosi di calcio o quanto meno lo seguono marginalmente o hanno esperienze anche in altri sport.
I sostenitori rispondono con stizza a queste tesi, quasi come se fossero delle offese. Ricordando che il calcio è uno sport a maggior sviluppo orizzontale e meno verticale. Ergo l’eccezionalità del gesto e la superiorità dello stesso rispetto a ciò che avviene in altri sport. Al contrario della categoria precedente, gli appartenenti a questa sono per lo più (meglio ripetere “per lo più” e non tutti) tifosi di calcio. Spesso non conoscono neanche l’esistenza di altre discipline.
Infine, in numero estremamente più ridotto ma che sui social hanno fatto parlare molto, ci sono i “professori”. Ovvero coloro che hanno cominciato ad enucleare teorie e ragionamenti numerici di descrizione logica di un evento che in effetti non è così comune. Sono stati addirittura calcolati e stimati (non si è capito bene come e su quali basi) dei parametri teorici di forza applicata. Si è fatto poi il gioco delle tre carte con le altezze e i centimetri di stacco e via discorrendo.
Cosa c’è di vero in tutto ciò?
Quali sono i ragionamenti che un Laureato in Scienze Motorie vero dovrebbe fare davanti ad uno splendido gesto come questo ed altri? Un professionista dove dovrebbe porre l’attenzione per riuscire a restare lucido e non affogare nella marea di informazioni. Informazioni spesso fasulle, che circondano questi eventi?
Rispondere a queste domande non è facile ma con pazienza, logica e con il giusto distacco professionale è possibile.
Partiamo dalle basi, ovvero l’altezza del salto e il punto più alto raggiunto.
Tutti ma ripeto tutti sanno che l’altezza raggiunta è stata (o dovrebbe essere) di 2,56 metri. Qualcuno si è posto il dubbio di come questa altezza sia stata calcolata?
Da professionista esperto di biomeccanica e valutazione funzionale questa è la prima domanda che mi sono posto. Utilizzando le conoscenze sulla match analysis e cercando conferme sul web è possibile capire che ogni partita della serie A di calcio è sotto l’occhio di un grande fratello che, a fine partita, offre informazioni alle squadre sull’attività dei giocatori.
Lo stesso gestore televisivo SKY possiede una tecnologia in grado di studiare l’attività in campo dei giocatori. Lo studio parte dai video della partita ed utilizzando una lunga e complessa serie di calcoli trigonometrici sui solidi di rotazione. La tecnologia viene definita abbastanza precisa presentando margini di errore dell’ordine dei 2-3 centimetri (che in questa tipologia di valutazione possono essere accettati mentre sarebbero inaccettabili in ambito di misurazioni biomeccaniche analitiche – ndr). Approfondendo ad esempio la ricerca sul web è possibile leggere risultati diversi dai 2,56 metri come ad esempio 2,47 metri. Ovvero differenze di misurazioni che si avvicinano intorno all’ordine della decina di cm.
Da quanto riportato è chiaro capire che un approccio numerico di questo tipo, basato su una stima, non è certo quello che dovrebbe interessare ad un Laureato in Scienze Motorie. I numeri sono ottimi alleati e descrittori fondamentali. Quando il processo di misurazione può essere ripetuto e verificato e questi sistemi di analisi del match non sono economicamente alla portata di tutti, inoltre il dato grezzo, preso singolarmente, non è indicativo della qualità del gesto svolto.
I confronti con gli altri sport.
Uno dei paragoni più frequenti tra Cristiano Ronaldo e altri atleti è stato quello con uno degli sportivi più famosi di tutti i tempi: Michael “Air” Jordan. Tutti coloro che si occupano di sport (di qualunque sport!) sanno chi sia Micheal Jordan. Un famoso giornalista sportivo, Federico Buffa, raccontava che in un sondaggio svolto a metà degli anni ’90 tra ragazzi Cinesi, alla domanda su chi fosse stato il più grande uomo di sempre ci fu un testa a testa tra Jordan e Zhou Enlai. Jordan è famoso per le sue prodezze aeree e per le sue schiacciate dalla linea del tiro libero (sebbene uno dei primi a farlo fu Dr. J ma questa è un’altra storia).
Creare paragoni tra sport differenti può essere molto sciocco e banale per una serie di ragioni.
Prima tra tutte la specificità dello sport: gesti che sono specifici in uno sport non lo sono in altri. Al secondo posto c’è la situazione di gioco che influenza la modalità di saltare. È sufficiente fermarsi qui per spiegare quanto sia poco utile fare questi paragoni. Allo stesso tempo però è FONDAMENTALE ricordare a tutti che la capacità di salto verticale è un ottimo indicatore della capacità di forza dell’atleta. Per cui, pensare che nel calcio la capacità di esprimere forza verticale sia inutile perché il gioco è maggiormente orizzontale è una sciocchezza.
Probabilmente i calciatori non avranno l’abitudine e la coordinazione nel saltare in verticale, non riuscendo così ad ottimizzare il gesto ma pensare che ciò sia inutile è un grave errore. Saltare 50 cm da fermo è sicuramente indice di un’ottima forza esplosiva ma la possibilità di riuscire a saltare 70 cm in movimento non è rara tra gli sportivi di alto livello. In uno sport come il calcio è sicuramente più importante capire quando saltare e non solo quanto, al fine di arrivare sulla palla al momento giusto. Se non si tiene in considerazione questo aspetto fondamentale si rischia di creare paragoni scontati e anche ridicoli, come quelli fatti con il salto in alto in cui l’atleta oltrepassa costantemente con tutto il corpo i 2,20 metri e non arrivandoci solo con il capo (il record del mondo maschile è 2,45 metri – ndr).
Se si cade in questo tranello si cessa di ragionare da professionista che analizza, studia e applica funzionalmente il movimento, cominciando invece una sciocca gara di numeri, prodezze e pseudo difficoltà trovando alibi quali il terreno, le scarpe, l’abbigliamento, la preparazione fisica, l’altezza dell’atleta, la massa muscolare, i ritmi circadiani etc, fino anche all’oroscopo del giorno.
Per quanto detto, appare quindi chiaro che il solo confronto tra sport diversi non possa essere la giusta interpretazione da parte di un Laureato in Scienze Motorie.
Su quali aspetti allora si deve concentrare un Laureato in Scienze Motorie che si occupa di studiare il movimento e di applicarlo sui propri utenti migliorandone lo stato di salute e di forma fisica?
Probabilmente la risposta a questa domanda è quanto di più lontano da tutto quello che è stato detto fino ad ora su questo favoloso gesto atletico. Nessuno ha posto l’attenzione sul prima e sul dopo del colpo di testa. Forse queste fasi sono le chiavi che possono contraddistinguere un professionista da un amatore che parla di calcio al bar.
Per fare questo è possibile utilizzare il video del gol e applicare una serie di strategie osservazionali unitamente a quelli che sono i concetti che un Laureato in Scienze Motorie dovrebbe possedere. Si sottolinea che l’analisi in questo caso può essere solo di natura osservazionale dal momento che si utilizzano riprese televisive non calibrate.
Una nota doverosa e fondamentale, quasi una regola: quanto riportato nelle prossime righe non ha assolutamente lo scopo di dare un giudizio tecnico calcistico. Chi scrive è un semplice analista del movimento e non un allenatore di calcio, per cui quanto scritto non ha un fondamento tecnico specifico ma è legato all’interpretazione motoria del fatto accaduto.
Cristiano Ronaldo. Prima del colpo di testa:
Il colpo di testa origina da un cross che parte da lato sinistro del campo. In questo preciso istante Cristiano Ronaldo ha già cominciato la sua azione di ricerca del pallone e di liberazione dal difensore. Il quale, in questa posizione, è rivolto verso il pallone perdendo di vista il proprio avversario e trovandosi così con l’attaccante alle spalle. Da questo momento in poi il difensore sarà battuto e senza possibilità di recupero. Si lascia al tecnico di calcio il giudizio sulla posizione del difensore, qui si descrive semplicemente un fotogramma.
Per colpire di testa il pallone Cristiano Ronaldo deve saltare ed è palese come in questo istante abbia un vantaggio notevole di posizione e tempismo rispetto al difensore che non sa neanche del movimento che ha cominciato a fare l’attaccante. Il difensore inoltre è sbilanciato posteriormente e non ha alcun contatto fisico con Ronaldo, il quale può saltare senza disturbo, libero di poter esprimere al suolo tutta la forza necessaria e senza dispersioni dovute a contatti.
L’inquadratura che è stata presentata la maggior parte delle volte è questa, in cui sembra che ci sia un contatto tra i due, lasciando immaginare una difficoltà aggiuntiva per il salto di Cristiano Ronaldo. Cosa che invece non è avvenuta se non dopo lo stacco, ovvero dopo avere applicato la forza al suolo.
L’applicazione della forza al suolo è un aspetto centrale che in tante chiacchiere da bar è stato dibattuto ad esempio nei paragoni tra questo salto e quello di un pallavolista o un cestista. È stato detto, ad esempio, che svolgere questo salto è più difficile perché in presenza di contatto che disturba etc. L’interpretazione, ammesso e non concesso che abbia un senso, è nuovamente fuori luogo.
Cristiano Ronaldo. Il colpo di testa:
L’impatto con il pallone avviene con il giocatore che orienta il proprio corpo in avvicinamento alla palla (attraverso la spinta al suolo della fase successiva e complice un contatto aereo con il difensore). L’assetto di Ronaldo in questo istante è correttamente allineato e non “spezza” la linea tra busto e arti inferiori. Il core in questo momento sta facendo un ottimo lavoro consentendo di imprimere più spinta alla palla, non solo quella generata dal movimento del capo ma da tutta la massa del corpo che è proiettata verso la direzione che si vuole dare alla palla. Anche in questo caso si specifica che quanto scritto non è un giudizio di merito sulla tecnica, che lascio agli allenatori, ma una semplice descrizione di quanto visibile.
Il colpo avviene ad una altezza importante e in questo caso i paragoni con gli altri sport servono solo a dare un’idea dell’altezza che probabilmente non si riesce a percepire. Solo a titolo di esempio, la rete della pallavolo maschile è alta 2,44 metri e, come sottolineato da molti sui social, spesso i pallavolisti in riscaldamento sono soliti saltare passando con il braccio oltre la rete e superandone con il torace il punto più alto ma come accennato prima. Queste comparazioni sono sciocche perché in ogni sport si salta in funzione all’obiettivo da raggiungere.
Per il vero professionista delle Scienze Motorie, il bello dell’analisi del gesto di Cristiano Ronaldo arriva adesso.
Cristiano Ronaldo. Dopo il colpo di testa:
L’atterraggio di Cristiano Ronaldo avviene su un solo arto, in disequilibrio, con il busto proiettato avanti. Cosa avviene durante un atterraggio? Secondo il teorema dell’impulso, l’impatto al suolo è direttamente proporzionale alla forza applicata e al tempo di applicazione della stessa. Per cui per ridurre l’impatto, ovvero lo stress sulle strutture, è fondamentale atterrare dissipando la forza attraverso una continuità di movimento.
Da questo istante, ovvero dal primo contatto con il suolo, Cristiano Ronaldo non arresta mai il movimento del proprio corpo cercando di dissipare in altre direzioni la forza di impatto al suolo. Come lo fa? Con tutto il corpo e senza mai perdere il controllo delle articolazioni a rischio, come ad esempio il ginocchio.
Un’animazione può rendere più comprensibile il comportamento motorio del giocatore che proietta al suolo la mano sinistra, piega e stabilizza il ginocchio, richiama in rotazione il busto e il bacino ed infine, in catena, arriva al suolo l’arto inferiore di destra. Una volta atterrato tutto il corpo, il giocatore continua a dare seguito al proprio movimento proiettandosi verso l’avanti e poi cominciando a correre per rialzarsi.
Questo comportamento motorio è automatico, perfettamente controllato dal giocatore e riduce lo stress che ogni singola articolazione subirebbe se l’atterraggio fosse stato più rigido in ogni sua fase.
Infine, sincronizzando più punti di vista della stessa azione è possibile vederne altri aspetti. Nel punto di apice di parabola del cross si comprende come Cristiano Ronaldo stia lavorando per prepararsi al salto, intuendo e leggendo lo spazio-tempo intorno a sé e il vantaggio sul difensore.
Durante lo stacco è possibile vedere che la palla ha cominciato da tempo la traiettoria discendente e Cristiano Ronaldo risulta separato dal difensore senza alcun contatto.
Nel momento del colpo di testa è interessante notare: il netto anticipo di Cristian0 Ronaldo sul difensore; la direzione del suo corpo alla ricerca della palla e orientata ad indirizzare il pallone verso la porta; il differenziale in termini di spazio tra il punto di stacco e quello di impatto, indice di una ricerca non solo della verticalità per arrivare per primo sulla palla ma anche dell’orizzontalità per avvicinarsi alla palla e alla porta.
Riassumendo Cristiano Ronaldo
Questa modalità interpretativa del movimento è ciò che ogni Laureato in Scienze Motorie può e deve fare. Perché consente di ottenere informazioni sui contenuti dell’allenamento da proporre (aspetti tecnici, spazio-tempo, core, equilibrio di volo, forza, stabilità etc).
Come mostrato, il video può essere utilizzato a diversi livelli: dalla video analisi molto analitica e dettagliata, all’analisi osservazionale e descrittiva di un evento o una situazione di gioco. Questa tipologia di approccio non può essere assente nel bagaglio culturale delle Scienze Motorie perché supporta e integra le competenze di anatomia, fisiologia, chinesiologia del professionista, portandolo verso il più complesso mondo della biomeccanica. Intesa quindi non solo come modellizzazione matematica del movimento ma come comprensione fine delle azioni del sistema muscolo scheletrico. Questo approccio al movimento avvicina e accumuna tante professioni che si occupano di movimento: da quelle sanitarie a quelle non sanitarie, dalle figure mediche agli allenatori sul campo. Una formazione trasversale in questo ambito è necessaria per poter comunicare efficacemente tra professionisti diversi.
È inutile soffermarsi alle apparenze, ai numeri lanciati a caso solo per fare scena, alle chiacchiere da bar sul confronto tra sport diversi che senza dubbio avranno gesti molto più difficili di questo salto. Il Laureato in Scienze Motorie non deve dare peso allo scalpore giornalistico, ai titoli acchiappa-click o alle assurdità che tirano in ballo le leggi della fisica. Il Laureato in Scienze Motorie quando si approccia allo sportivo deve essere sempre professionale e analizzare i fatti accaduti con fredda lucidità, stupore e senza dubbio ammirazione ma non certo mitizzare e comportarsi come un tifoso.
Buon lavoro a tutti.
Dott. Luca Russo Ph.D.
Chinesiologo, Tecnico Ortopedico, Podologo, Posturologo
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