Esercizio nell’anziano con problematiche cardiovascolari

Di:   Riccardo Barigelli Calcari  |  3 Luglio 2024

Le malattie cardiovascolari rappresentano una delle principali sfide per la salute degli anziani in tutto il mondo. Con l’invecchiamento, aumenta il rischio di sviluppare disturbi cardiaci e vascolari che possono influire significativamente sulla qualità della vita.

Le malattie cardiovascolari si confermano prima causa di morte in Italia, responsabili di circa il 40% di tutti i decessi e, negli ultimi anni, hanno ripreso a correre dopo una fase di deflessione della loro incidenza. Le malattie cardiovascolari includono una vasta gamma di condizioni che coinvolgono il cuore e i vasi sanguigni.

Le più comuni negli anziani sono:

  • ipertensione arteriosa;
  • insufficienza cardiaca congestizia;
  • angina pectoris;
  • aritmia cardiaca;
  • aterosclerosi.

Queste condizioni possono portare a complicanze gravi come l’infarto miocardico e l’ictus.

Prevenzione

I primi passi da compiere sono il monitoraggio e uno stile di vita corretto. Il controllo periodico della pressione sanguigna è essenziale per identificare e gestire l’ipertensione. Una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali e povera di grassi saturi e sale può contribuire a mantenere il cuore in salute.

Abbandonare il fumo è una delle decisioni più importanti per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. Il controllo dello stress attraverso la meditazione, il rilassamento o l’attività creativa può aiutare a proteggere il cuore. Per i pazienti diabetici è essenziale mantenere i livelli di zucchero nel sangue sotto controllo.

Gli anziani inoltre dovrebbero abbandonare uno stile di vita sedentario e impegnarsi in un’attività fisica regolare, come camminare o nuotare, per migliorare la salute cardiovascolare.

Esercizio fisico

L’esercizio fisico regolare, che soddisfa o supera le attuali linee guida sull’attività fisica, è associato a una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e di mortalità. L’allenamento all’esercizio fisico svolge un ruolo importante nella prevenzione primaria e secondaria.

La pratica di esercizio fisico induce un aumento della forma cardiorespiratoria, secondario ad adattamenti cardiaci, vascolari e del muscolo scheletrico e un miglioramento dei fattori di rischio di malattie cardiovascolari tradizionali e non tradizionali, grazie all’allenamento. L’esercizio va prescritto nei pazienti, con particolare attenzione alla modalità, al dosaggio, alla durata e all’intensità ottimali per ridurre il rischio di insorgenza di tali patologie e migliorare gli esiti clinici.

L’allenamento aerobico migliora i tradizionali fattori di rischio di CVD (cardiovascular disease), come l’insulino-resistenza, l’ipertensione, la dislipidemia e l’obesità.

Nei soggetti sovrappeso e obesi, l’allenamento aerobico aumenta la sensibilità all’insulina e migliora il controllo glicemico, indipendentemente dalle variazioni del peso.

Durante l’esercizio, il muscolo frequentemente contratto mostra un maggiore assorbimento di glucosio attraverso una maggiore traslocazione insulino-indipendente dei trasportatori di glucosio GLUT-4.

Gli adattamenti vascolari periferici indotti dall’esercizio, come l’aumento della densità delle arterie e dei capillari, consentono un maggiore flusso sanguigno che migliora il trasporto e l’assorbimento del glucosio nel muscolo scheletrico.

Gli adattamenti vascolari periferici indotti dall’esercizio diminuiscono anche la resistenza periferica totale, riducendo la pressione arteriosa e il postcarico cardiaco.

L’esercizio riduce anche l’attività simpatica, previene/rivoluziona la rigidità arteriosa e abbassa l’infiammazione.

Diverse sessioni di esercizio suddivise al giorno, ad esempio 3×5-10′ ciascuna, sembrano essere particolarmente efficaci durante la fase iniziale, fino a raggiungere l’obiettivo di ≥20′ di esercizio al giorno.

L’intensità dell’esercizio di resistenza dovrebbe iniziare come MICT (Moderate Intensity Continuous Training), ma successivamente dovrebbe includere brevi sessioni di 30-60″ di HIIT (High Intensity Interval Training) al 70%-80% della massima frequenza cardiaca, che possono essere successivamente aumentate di intensità o durata a seconda della tolleranza e della capacità individuale.

Nei pazienti fragili e anziani con insufficienza cardiaca si dovrebbe iniziare anche un allenamento di forza e di equilibrio.

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