Cos’è la catena statica-dinamica anteriore e che funzione ha?
La catena statica-dinamica anteriore è quella catena muscolare che permette al nostro corpo di flettersi su se stesso in maniera attiva e coadiuva l’estensione in modalità eccentrica.
È coinvolta in molteplici attività, ha un’importante funzione di contrasto dell’estensione, gestendola e frenandola, soprattutto in quegli sport dove è presente un’importante attivazione eccentrica su questo movimento.
La catena statica-dinamica anteriore è composta da una serie di muscoli, in ordine ascendente troviamo:
- Fascia plantare
- Interossei plantari
- Tricipite surale
- Quadricipite
- Tensore della fascia lata (TFL)
- Coppia ileo psoas sartorio
- Retto addominale
- Pettorale
- Sternocleoidomastoideo
- Sopra e sotto ioidei
- Massetere
- Temporale
Come detto precedentemente la sua funzione principale è contrastare l’estensione del corpo attivandosi in maniera eccentrica.
La sua integrità è quindi fondamentale e va allenata per evitare disfunzioni ai vari tratti che la compongono e favorendo un’armonia globale a tutta la catena anteriore, che si pone come coadiuvante di quella posteriore.
Insieme hanno il compito di mantenere il corpo in perfetto equilibrio ortostatico.
Come si può evidenziare dalla review riportato qui sotto, che cita le interconnesioni tra diverse catene muscolari tra cui la Front Functional Line (FFL), è presente un transfer di forza tra i muscoli posti sulla stessa linea fasciale; in questo caso specifico tra adduttore lungo e retto addominale.
Lo studio suggerisce anche di approfondire, con ulteriori ricerche, gli eventuali risvolti pratici sulle interconnessioni miofasciali con esercizi rivolti alla prevenzione e alla riabilitazione.
Come valutare la catena statica dinamica anteriore?
Partendo dal concetto di ruolo e funzione della catena statica-dinamica anteriore visto in precedenza e non avendo linee guida in letteratura specifiche di una sua possibile valutazione dovremmo analizzare 2 fattori:
- L’elasticità (intesa come tensione e lunghezza dei muscoli che la compongono).
- La forza (intesa come integrità e tenuta contro una forza esterna).
Partiamo sempre da un’analisi di carattere globale, che può già darci indicazioni per una successiva valutazione analitica delle sue componenti più rigide o deboli che potremmo prima trattare in maniera isolata e successivamente rivalutarle globalmente.
Quello che proponiamo è quindi seguire il decorso della catena e valutandone prima la retrazione con una semplice estensione del busto in ortostatismo.
Ci posizioniamo lateralmente al soggetto e analizziamo il grado di estensione raggiunto e l’armonia della colonna nella partecipazione al gesto.
Osservare eventuali compensi del tratto cervicale, del bacino e l’eventuale flessione delle ginocchia; completeremo l’analisi stabilendo quali segmenti siano più rigidi e quali ipermobili.
Ne valutiamo poi la tenuta e integrità chiedendo al soggetto di mantenere una posizione di equilibrio, V Sit Hold, per almeno 20” valutando:
- stabilità e tenuta della posizione;
- armonia del gesto;
- discomfort dovuto alla tenuta della posizione.
Esempio didattico: alterazioni catena statica-dinamica anteriore
Un alterato rapporto elasto-tensivo tra la catena statica-dinamica anteriore e quella statica-dinamica posteriore.
Caratteristiche tipiche di questi soggetti comprendono:
- shift anteriore del bacino;
- marcata retrazione dei flessori d’anca;
- accentuazione della lordosi lombare e appiattimento della cifosi dorsale.
Quando ha senso valutare la catena statica-dinamica anteriore?
La sua valutazione spesso integra l’analisi di altre catene perchè coadiuva le loro funzioni e ne rafforza o compromette l’integrità. Pensiamo ad esempio alla funzione della catena estensoria la cui attivazione inevitabilmente richiede elasticità e libertà di movimento su questa catena, nel caso in cui risulti retratta o iper-attivata comprometterà il gesto rendendolo meno efficace.
Proponiamo quindi due esercizi e loro varianti atti a riequilibrare la funzione di questa catena, applicando su uno un allungamento globale concentrandoci sui gruppi muscolari principalmente retratti della catena, come flessori d’anca e addome.
Per quanto riguarda il rinforzo invece viene proposto un rinforzo in isometria dei flessori d’anca della regione addominale.
Le varianti comprendono un upgrade di difficoltà in base al livello del soggetto o in base al tipo di focus che vogliamo dare (posso focalizzare il lavoro su angoli e segmenti articolari particolari in base al tipo di stimolo specifico richiesto al soggetto).
Bibliografia
- Thomas W.Mayers. Meridiani Miofasciali. Terza Ed. Tecniche nuove, Milano, 2016
- Saverio Colonna. Le catene miofasciali in medicina manuale,il rachide Edizioni Martina, Bologna, 2006
- F. Krause et al. Intermuscular force transmission along myofascial chains: a systematic review. Journal of Anatomy (2016) 228, pp910-918.