In anatomia la cervicale è un complesso multiarticolare che si estende dall’Inion fino alla settima ed ultima vertebra cervicale ed è formato dal cranio, 7 vertebre e 6 dischi.
Ogni vertebra si articola con la vertebra contigua attraverso più articolazioni, sia vere e che funzionali.
Articolazioni vertebrali
Le vertebre tra C3 e C6 si differenziano da una vertebra generica per la presenza dei processi uncinati nella parte superiore del bordo del piatto vertebrale, il bordo inferiore del corpo è a smusso per articolarsi con la vertebra sottostante con la quale dà origine all’articolazione uncovertebrale.
Nel tratto cervicale le faccette articolari inferiori sono orientate posteriormente, verso l’alto; viceversa quelle superiori. Hanno un posizionamento intermedio tra il piano frontale e quello orizzontale; l’inclinazione rispetto al piano orizzontale mano a mano diventa maggiore fino ad arrivare a circa 45°.
Articolazioni funzionali tra i processi trasversi e i processi spinosi, aumentano il braccio di leva per muscoli e legamenti accrescendo la stabilità.
Atlante ed epistrofeo
Il cranio e le prime 2 vertebre, atlante ed epistrofeo, formano la cerniera occipito-atlante-epistrofea (OAE). Queste vertebre sono differenti dalle altre: l’atlante ha la forma di un grande anello, con due massicci articolari superiori che guardano in alto ed in dentro, due massicci articolari inferiori che guardano in basso e in dentro; non ci sono il corpo e il processo spinoso.
L’articolazione atlanto-occipitale è un articolazione condiloidea in grado di svolgere movimenti di flesso-estensione, di inclinazione laterale e scarsi movimenti di rotazione pura. La capsula di ciascuna articolazione si fonde anteriormente e posteriormente con la membrana atlanto-occipitale.
L’epistrofeo ha la forma di una vertebra generica, ma presenta al centro del corpo vertebrale, situato anteriormente, una prominenza detta dente che si articola con l’Atlante formando l’articolazione atloassiale o articolazione media (ginglimo
laterale). L’atlante e l’epistrofeo si articolano anche tramite le faccette articolari inferiori e superiori, formando le articolazioni atloassiali laterali. Tra C1 e C2 non sono evidenti i movimenti di inclinazione laterale.
L’articolazione mediana tra C1 e C2 è formata dal dente dell’epistrofeo, dall’anello osseofibroso formato dall’arco anteriore dell’Atlante e dal legamento trasverso dell’atlante. Sono presenti due cavità sinoviali tra l’arco e il dente dell’epistrofeo e il legamento trasverso dell’atlante e il dente.
Ad aumentare la stabilità, la percezione e il controllo dei movimenti della cerniera OAE ci pensano i legamenti alari.
Questa articolazione effettua movimenti di rotazione e flesso-estensione, non sono evidenti i movimenti di inclinazione laterale.
La colonna cervicale si comporta come le zone in lordosi; garantisce infatti una grossa mobilità che non si associa ad una stabilità importante; la maggior mobilità è sul piano sagittale. Dalla seconda vertebra cervicale alla terza toracica l’inclinazione laterale è sempre accompagnata dalla rotazione omolaterale; questa flessione laterale è quasi uguale a quella del segmento lombare.
Articolazione intersomatica
Questa articolazione è formata da una coppia di corpi vertebrali separati tra loro da un disco cartilagineo. Il disco intervertebrale è composto da una zona centrale detta nucleo polposo ed una periferica detta anello fibroso o anulus.
Il nucleo polposo ha un’aspetto gelatinoso trasparente (70-90% di acqua).
L’anello fibroso che avvolge il nucleo polposo ha un aspetto particolarmente intrecciato per fornire resistenza maggiore.
Stabilità attiva
I muscoli che permettono il movimento e la stabilità attiva, sono molto numerosi e come per altri distretti corporei, la muscolatura del collo è suddivisa per funzione, ma si può distinguere anche per logge.
I muscoli della loggia anteriore sono: sul piano profondo il muscolo lungo del collo e della testa, sul secondo piano ci sono il grande e il piccolo retto anteriore del capo ed il retto laterale. Sul terzo piano troviamo lo scaleno anteriore, medio e posteriore, e superficialmente c’è lo sternocleidomastoideo (SCOM).
I muscoli lungo del capo e lungo del collo oltre a permettere la flessione del collo, sviluppano una forza di compressione a livello delle vertebre cervicali. Il lungo del capo e il lungo del collo lavorano in sinergia con il trapezio, cosicché quest’ultimo può elevare e ruotare la scapola senza che la testa ed il collo si muovano. Il lungo del collo quando si contrae unilateralmente determina un’inclinazione e una rotazione corrispettiva al lato della contrazione.
Nel secondo piano troviamo: il muscolo grande retto anteriore del capo è un flessore della testa e corregge la lordosi cervicale superiore; inoltre quando si contrae omolateralmente effettua la flessione e l’inclinazione del capo omolaterale alla contrazione. Il piccolo retto anteriore del capo ha come azione la flessione del capo sul collo, questa flessione avviene a livello dell’articolazione atlantooccipitale. Con la contrazione singola attua un triplice movimento di flessione, inclinazione e rotazione omolaterale.
Il muscolo retto laterale contraendosi bilateralmente determina la flessione della testa, mentre quando si contrae unilateralmente inclina leggermente la testa.
Al terzo piano troviamo: gli scaleni che causano la flessione del rachide cervicale con tendenza a causare l’iperlordosi che è controbilanciata dall’azione del lungo del collo che determina il raddrizzamento e l’irrigidimento del rachide cervicale.
Stabilità passiva
La stabilità passiva è data dalle capsule e dai legamenti:
- Capsula articolare delle zigo-apofisarie
- Legamento longitudinale anteriore (occipite-sacro)
- Nucale
- Longitudinale posteriore
- Legamenti gialli tesi tra gli archi vertebrali
- Intertrasversari
- Interspinosi e sopraspinosi
- Legamenti della cerniera OAE
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