Nelle competizioni come i 50 metri la partenza assume un ruolo determinante rispetto a gare più lunghe e già da molti anni si individua nella partenza un aspetto decisivo nelle gare di nuoto fino anche a 200 metri (Nutzel et al., 1986).
Attraverso la video analisi delle partenze sui nuotatori d’élite si è a conoscenza che le variabili più significative e correlate con la performance sono (Galbraith et al., 2008):
- Tempo di stacco
- Tempo di volo
- Velocità massima orizzontale allo stacco
- Forza orizzontale.
Tipologie di partenze
Si distinguono solitamente tre tipologie di partenze:
- Grab start: piedi e le mani sul bordo del blocco ed il bacino alto.
- Track start: un piede sulla parte anteriore del blocco e l’altro sulla parte posteriore.
Questa partenza ha due varianti:
- Rear track start: con l’atleta sbilanciato indietro.
- Front track: con l’atleta che si sporge in avanti.
In passato la partenza più utilizzata era la grab start. Ora invece la maggior parte dei nuotatori predilige la track start soprattutto da quando esistono i blocchi con l’alettone regolabile in relazione all’altezza del nuotatore.
In letteratura per molti anni si è discusso su quale tipologia di partenza fosse la più adatta. Senza arrivare mai ad una risposta univoca valida per ogni nuotatore.
La letteratura indica che la front track start permette un’elevata rapidità nel lasciare il blocco di partenza (Blanksby et al., 2002) ma è meno potente rispetto alla rear track start che è più lenta ma sviluppa una velocità maggiore riuscendo a sfruttare la miglior presa del blocco per spingersi con più efficacia (Rutemiller et al.,1995).
Da queste considerazioni si potrebbe dedurre che una track start mediamente arretrata possa essere la soluzione migliore, tuttavia la scelta della partenza è fortemente correlata alle caratteristiche del singolo atleta.
Lewis (1980) e Welcher et al. (1999) non hanno trovato differenze significative nei tempi registrati rispettivamente a 8 e 5 m confrontando le due tipologie di partenza.
Miller et al. (1984) invece hanno esteso l’analisi al completamento della parte subacquea ma in questo modo non si riescono a rilevare con precisione le caratteristiche relative al solo momento della partenza.
Nello studio condotto da Welcher et al. (2008) la rear track ha mostrato dati molto interessanti nonostante la maggior parte dei nuotatori avesse poca esperienza con questa tipologia di partenza che si è dimostrata migliore della front track in termini di velocità ai 5 m. Queste differenze sono probabilmente dovute ad un maggiore impulso orizzontale.
Nella maggior parte degli studi di confronto non sono stati utilizzati però blocchi di ultima generazione e ciò potrebbe influenzare, non poco, i risultati.
Partenza a dorso
Oltre alla partenza dai blocchi utilizzata nello stile libero, nella farfalla e nella rana, si ha la partenza a dorso, che merita una sezione a parte. Questa viene effettuata dal basso in modo totalmente diverso rispetto alle altre ed è considerata la più difficile (Mills, 2005). Al “take your marks”, i piedi si appoggiano sulla parete della piscina e con entrambe le mani si afferra la barra attaccata al blocco di partenza. Nella partenza dall’alto, il nuotatore scatta dal blocco di partenza a 0,7 m di altezza. Ma nel dorso si deve eseguire il movimento allo stesso livello della superficie dell’acqua.
Esistono diverse varianti di questa partenza, come quella “giapponese” caratterizzata dal tronco leggermente angolato rispetto alla parete che impone una partecipazione maggiore delle braccia, il bacino più alto e la testa leggermente inclinata all’indietro. Esiste inoltre un tipo di partenza denominato “a catapulta”, con il bacino lontano dal muro, spalle in avanti e ginocchia a circa novanta gradi. Cornett et al. (2011) hanno analizzato il ruolo della testa durante un ingresso in acqua dopo la partenza a dorso constatando che l’allineamento del capo sia essenziale per una buona riuscita della partenza. Questo aspetto è facilmente osservabile e replicabile attraverso una videocamera posta lateralmente.
Uno studio di Takeda et al. (2014) ha confrontato gli specialisti della partenza a dorso con atleti meno esperti esaminando le caratteristiche che determina no una partenza corretta ed efficace. I dati ottenuti mostravano una minore decelerazione in ingresso, una postura più arcuata, l’entrata in un’area molto ristretta e tempi sui 5 m significativamente più bassi a favore dei nuotatori più abili. L’estensione precoce dell’anca, oltre all’estensione dell’articolazione del ginocchio e l’alta velocità, sono essenziali per ottenere una postura corretta.
Partenze a staffette
Per quanto riguarda le partenze nelle staffette, la letteratura non fornisce alcuna indicazione pratica di analisi del movimento. Pertanto sarà compito del tecnico valutare la strategia più efficace per i propri atleti. Si sottolinea perciò l’importanza di una valutazione soggettiva ed individuale che faccia riferimento alle caratteristiche atletiche del singolo nuotatore.