Sergio Palandri

PERCORSO:
Sergio Palandri è nato a Torino il 12 maggio del 1967. Dopo il Diploma di perito industriale elettrotecnico, lavora per nove anni prima nel settore odontoiatrico e poi in quello dell’auto, nei laboratori di ricerca e sviluppo. Qui consegue (1996) un Diploma di laurea in Ingegneria informatica che lo porta a realizzare il suo progetto di inserimento nell’ambito ospedaliero (1997).

Mentre lavora come tecnico informatico consegue il Diploma di laurea come Tecnico di Radiologia Medica (2001). Prosegue gli studi, conseguendo la Laurea di primo livello in Ingegneria Informatica (2006) e in Tecniche di Radiologia Medica (2010). Nel 2013 consegue la Laurea Magistrale.

Consegue inoltre i master in Comunicazione bio-sanitaria (2008), Posturologia Clinica (2015), Radiologia Interventistica (2015) e Posturologia (2019). Studio e pratica dello Shiatsu dal 1992 e dal 2009 come Operatore Shiatsu Professionista iscritto alla Federazione Italiana Shiatsu Insegnanti e Operatori.

Nel 2004 pubblica il suo primo racconto “Una giornata comune” e nel 2008 il secondo “Niente è come sembra”, il terzo “Sempre insieme” nel 2017, anno di pubblicazione anche del quarto, “Un confronto interessante”.

Giacomo Catalani:
“Qual è la tua quotidianità professionale?”

Sergio Palandri:
“La mia quotidianità è iniziare alle 7 per dare il cambio al collega che purtroppo ha fatto la guardia al pronto soccorso la notte, poi dalle 8 fino alle 2 e mezza circa è essere impegnato come tecnico di sala operatoria e quindi essere un po’ gli occhi del chirurgo dell’ospedale. Dove lavoro c’è un blocco operatorio di 8 sale multidisciplinari quindi sostanzialmente diverse specialità si incontrano a seconda del tipo di problematica, da quella ginecologica a quella ortopedica. In alcune di queste è necessario durante l’intervento visionare all’interno del corpo, come si fa con una classica radiografia che tutti conosciamo.

Anche questo con macchine assolutamente dedicate avviene in una sala operatoria, finalizzato chiaramente a risolvere un problema ortopedico tipo una frattura o la correzione di un asse di un arto inferiore piuttosto che eliminare un calcolo renale. Tutta quest’attività, incluso anche chirurgia addominale come i calcoli biliari, ha necessità di un supporto che utilizza radiazioni ionizzanti.

In tutto questo processo c’è un operatore sanitario professionista specializzato che è il tecnico di radiologia medica e la mia attività è questa in sala operatoria”

Giacomo Catalani:
“In quale momento un paziente con problematiche gravi viene preso in carico dal chirurgo?”

Sergio Palandri:
“Il momento può essere assolutamente differente, nel senso che se parliamo, per esempio, di scoliosi la maggior parte hanno un’insorgenza nelle età prepuberale e puberale, tanto è vero che statisticamente le scoliosi cosiddette dell’adolescente sono circa l’85% del totale delle patologie.

Di conseguenza l’insorgenza può essere casuale nel senso che nel bilancio di salute, o perché ci sono dei genitori che seguono particolarmente i loro figli, o in un processo che può essere assolutamente normale. Occasionalmente, per esempio, il pediatra può evidenziare con dei test molto semplici che possa esistere un gibbo a livello dorsale lombare che possa essere riferibile a una scoliosi.

Da qui inizia un processo specialistico dove sarà l’ortopedico a prendere le informazioni che gli ha suggerito il collega pediatra e farà delle ulteriori indagini che da un punto di vista clinico possono già dire assolutamente “scoliosi si o scoliosi no”, ma da un punto di vista di quantificazione di queste scoliosi sono legate a un aspetto squisitamente radiologico. Qui entra in campo un altro professionista che è il tecnico di radiologia medica, che naturalmente deve sapere molto bene di cosa l’ortopedico ha bisogno perché da quella radiografia dipenderà poi l’iter terapeutico del soggetto coinvolto.”

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