Si può morire per un integratore? Herbalife sotto accusa

Di:   ScienzeMotorie  |  4 Giugno 2019

E’ stato recentemente pubblicato un articolo scientifico che sta raccogliendo molta attenzione a livello internazionale riferito alla morte di una donna a causa di un integratore alimentare Herbalife. Molto spesso ci viene richiesto se sia possibile morire a causa di un integratore alimentare, oggi dobbiamo purtroppo rispondere affermativamente. In questo articolo ci atterremo a considerare i fatti e gli articoli scientifici che sono stati pubblicati.

Una donna indiana di 24 anni è deceduta nella regione del Kerala. Dopo aver assunto per circa 2 mesi 3 tipologie di integratori prodotti dal colosso Herbalife. La giovane era affetta da ipotiroidismo, una sindrome dovuta ad una insufficiente azione degli ormoni tiroidei a livello dei vari tessuti.

Un gruppo di ricercatori del The Cochin Gastroenterology Group e del Ernakulam Medical Centre hanno condotto uno studio su alcuni integratori e hanno scoperto che all’interno vi erano metalli pesanti, composti tossici, tracce di sostanze psicotrope e batteri altamente patogeni.

Herbalife ha prontamente smentito questi risultati, inviando in replica le analisi condotte dalla Federazione delle Indie Camera di Commercio e Industria (FICCI) Research and Analysis Centre (FRAC), centro di ricerca e analisi indipendente che aderisce a tutti gli standard indiani e internazionali, tra cui ISO / IEC17025.

Herbalife

Herbalife è una delle aziende di prodotti dimagranti e integratori più famose al mondo: è una delle più note aziende distributrici di prodotti dimagranti a livello internazionale, che si propone come guida per uno stile alimentare rivoluzionario, promettendo l’ottenimento di grandi risultati in termini di perdita di peso.

Herbalife è nata negli Stati Uniti nel 1980 e ad oggi conta un fatturato medio annuale che supera i 4 miliardi di dollari. I prodotti dell’azienda americana non si trovano nei negozi, in quanto adotta un sistema di distribuzione noto con il nome di marketing multi-livello. I prodotti possono infatti essere acquistati solo dai distributori indipendenti dell’azienda che, però, non sono medici ma semplici venditori. Chiunque può diventare un distributore o un Health Coach di Herbalife.

Le accuse contro Herbalife

La giovane 24enne è morta mentre era in attesa del trapianto a causa di un’encefalopatia epatica. La ragazza inizialmente ha accusato perdita di appetito e dopo circa una settimana le è stato diagnosticato un ittero. L’ittero è il colore giallastro della cute e degli occhi dovuto alla bilirubina. Una sostanza gialla, appunto, che viene prodotta dal fegato durante la naturale decomposizione dell’emoglobina (i globuli rossi che trasportano l’ossigeno nel sangue) e indica malfunzionamento epatico.

A peggiorare la situazione, sono sorte delle lesioni al fegato talmente gravi da farla trasferire con urgenza a un centro trapianti, ma la ragazza è morta prima del trapianto. Quando la donna è stata portata in ospedale si trovava affetta da encefalopatia epatica al terzo grado. L’encefalopatia epatica (chiamata anche encefalopatia porto-sistemica) – è una sindrome neurologica caratterizzata da alterazioni della coscienza, della personalità e della funzione neuro-muscolare conseguenti all’immissione in circolo di sostanze “tossiche” di natura azotata (principalmente l’ammonio) che provengono dall’intestino e che a causa della ridotta funzione epatica non vengono metabolizzate ed eliminate dal fegato.

Il decesso della donna indiana è stato ricollegato da un team di ricercatori al fatto che la ragazza, nel periodo antecedente alla diagnosi di ittero aveva assunto per 2 mesi 3 tipi diversi di integratori prodotti da Herbalife. Il gruppo di scienziati del The Cochin Gastroenterology Group, Ernakulam Medical Centre indiano ha prodotto uno studio dal titolo Slimming to the Death: Herbalife®-Associated Fatal Acute Liver Failure-Heavy Metals, Toxic Compounds, Bacterial Contaminants and Psychotropic Agents in Products Sold in India.

Una donna 24 anni è deceduta nella regione del Kerala, dopo aver assunto per circa 2 mesi 3 tipologie di integratori prodotti dal colosso Herbalife

Questo studio, pubblicato su PublMed, si basa sulle analisi effettuate su un prodotto reperito dallo stesso venditore dove la ragazza aveva acquistato i 3 integratori che ha assunto per 2 mesi prima di morire e altri 8 prodotti reperiti da internet, tutti di Herbalife. Gli scienziati hanno condotto analisi di metalli pesanti, tossicologia e studi di contaminazione batterica.

 I risultati cui sono giunti i ricercatori potrebbero gettare ombre su questa azienda statunitense:
“Abbiamo trovato alti livelli di metalli pesanti in tutte le formulazioni Herbalife e composti tossici non indicati, incluse tracce di agente psicotropico nel 75% dei campioni – spiegano i ricercatori. Nell’analisi microbica, si sono rivelate diverse comunità batteriche, tra cui specie altamente patogene”.

In particolare, i risultati delle loro analisi metterebbero in evidenza la presenza di sostanze molto nocive per il fegato. Il che potrebbe creare una correlazione con la morte della giovane. “Abbiamo rilevato agenti batterici (Proteobacteria e Cyanobattería) con il potenziale di causare lesioni epatiche nel 63% dei casi campioni analizzati. Compresi generi pericolosi come Escherichia, Klebsiella, Acinetobacter e Streptococcus. Questo livello di rilevamento microbico non è accettabile che sia presente negli integratori alimentari. Rappresenta una seria minaccia per la salute pubblica che potrebbe portare a gravi danni agli organi dopo un uso ripetuto e a lungo termine“.

Replica alle accuse

Il colosso mondiale della nutrizione, che si sta espandendo in modo particolare in India. Potrebbe diventare presto il mercato principale di Herbalife – ha inviato i certificati relativi alla sicurezza alimentare dei suoi prodotti.

Herbalife ha infatti subito smentito i risultati dello studio indiano e inviato in replica le analisi condotte dalla Federazione delle Indie Camera di Commercio e Industria (FICCI) Research and Analysis Centre (FRAC), centro di ricerca e analisi indipendente che aderisce a tutti gli standard indiani e internazionali, tra cui ISO / IEC17025. (clicca qui per il documento completo)

Da questi dati si evince, al contrario dello studio sopra menzionato, che i prodotti sono completamente sicuri e in linea con tutti i principali standard. L’azienda ha rimandato al mittente tutte le accuse e non concorda sui dati raccolti.

Ogni giorno, milioni di consumatori in tutto il mondo utilizzano in tutta sicurezza prodotti Herbalife Nutrition.  Noi sosteniamo la qualità e la sicurezza dei nostri prodotti. Tutti i nostri prodotti e le procedure di produzione sono conformi alle normative governative vigenti in ciascuno dei 94 mercati in cui i nostri prodotti sono venduti e nessuna epatotossina è stata mai riscontrata nei nostri prodotti”.

Secondo questi integratori, i risultati dello studio prodotto dopo la morte della 24enne non corrispondono alla realtà. Il colosso si è così espresso in merito. “Oltre al nostro robusto programma di test di routine in India, abbiamo chiesto a un laboratorio indipendente e certificato dal governo di testare i prodotti menzionati nel recente articolo. I risultati confermano che i prodotti sono completamente sicuri e conformi a tutte le normative di sicurezza del governo indiano“.