Analisi del Carico Esterno e sue Applicazioni

Di:   ScienzeMotorie  |  30 Marzo 2017

Introduzione

L’analisi del carico esterno è la quantificazione oggettiva dei mezzi utilizzati nell’allenamento (per es. km percorsi, velocità di percorrenza, pendenza, tipo di recupero). In passato si è sempre fatto riferimento a “misure” o meglio a “misurazioni” da campo semplici senza ricorrere all’uso della tecnologia (prima del 2007, anno in cui furono creati ed elaborati i primi sistemi GPS ad 1hz l’allenamento non poteva essere misurato “tecnologicamente”).

Prima di quel periodo si analizzavano le partite, (la match analysis), che si occupava prevalentemente di aspetti tecnico-tattici e in seguito anche di misurare la distanza percorsa dai giocatori.

Uno dei primi ad analizzare in maniera sistematica il gioco del calcio è stato Walter Winterbottom. Egli fu il commissario tecnico della nazionale inglese e direttore della scuola degli allenatori dal 1946 al 1962. Possedeva una solida formazione teorico sportiva in quanto insegnante di educazione fisica.
Winterbottom studiò i calciatori professionisti durante degli incontri, tracciando i loro movimenti su una pianta in scala del campo di gioco; mediante questo sistema, egli stimò che un giocatore copriva, in media, una distanza pari a 3361 mt a partita (Winterbottom 1952).

Questo ci fa capire come da sempre si sia tentato di controllare il carico esterno, soltanto che i mezzi a disposizione, a causa del mancato sviluppo tecnologico non permettevano di approfondire le fasi di accelerazione, decelerazione, la distanza percorsa ad alta intensità, la potenza metabolica e altri parametri che tutt’ora oggi sono indagati nella letteratura scientifica e nell’allenamento sportivo. In tutto ciò diventa fondamentale fare chiarezza. Si è capito che la storia come sempre ha avuto dei pionieri, che hanno provato a spiegare cosa accadeva sul campo.

La storia recente ci permette di avere a disposizione una tecnologia molto evoluta e sempre in via di miglioramento con sistemi GPS e sistemi di Match Analysis sempre più dettagliati e precisi. Questi ricordiamolo sempre sono frutto della Fisiologia dell’esercizio fisico e dello sport applicata al calcio e come tali vanno interpretati.

Il GPS (Global Positioning System): il carico esterno in allenamento e in partita

Tale strumento nasce per la tecnologia militare, successivamente applicato allo sport, in particolare al calcio ha da sempre avuto lo scopo di misurare il lavoro prodotto con la palla.
Questo è stato il suo primo obiettivo: quantificare oggettivamente con la tecnologia il lavoro prodotto in allenamento con la palla.
Poi può essere utilizzato per analizzare anche altri lavori senza l’utilizzo della palla, come ben noto.

La prima ricerca sui GPS applicati al calcio venne effettuata da Castagna et al (2009), presso la RSM nel 2007,  “Effects of intermittent-endurance fitness on match performance in young male soccer players”, che aveva lo scopo di validare l’utilizzo dello Yo-yo intermittent Recovery test livello 1 per valutare la prestazione fisica dei giovani giocatori di calcio e programmare l’allenamento. In questa ricerca vennero utilizzati GPS ad 1Hz, perché nel 2007, ancora non c’era una tecnologia tale da poter disporre di campionamenti a 10Hz, 15Hz e 20Hz, come quella attuale.

Purtroppo si riteneva importante valutare le accelerazioni e decelerazioni, ma in quel periodo tali sistemi non lo consentivano, quindi si prendeva come riferimento la corsa ad alta intensità >16Km/h (nota: in questo articolo per il settore giovanile, squadra giovanissimi U15, il riferimento era >13 Km/h High Intensity Activity).
Ciò evidenzia non una carenza nelle conoscenze come si supponeva, bensì il problema era puramente di sviluppo tecnologico. Lo stesso valeva per la match analysis, purtroppo non si riuscivano a calcolare adeguatamente le accelerazioni e decelerazioni e tutti gli altri parametri di riferimento per lo stesso motivo sopra elencato.

Questo deve far riflettere e comprendere che tutto è legato ad un’evoluzione e ci sono i pionieri che hanno provato a dimostrare scientificamente cosa accadeva con i mezzi a disposizione. Passati 10 anni i sistemi si sono evoluti e i GPS attuali permettono di studiare una miriade di parametri.
Facciamo chiarezza:

  1. L’analisi che va per la maggiore, è quella di far riferimento alla media dei parametri della partita, ossia effettuo la mia seduta di allenamento e la metto in relazione alla media dei parametri ottenuti in partita, mediante un “semaforo” di riferimento ROSSO sotto parametri gara, VERDE nella media gara, GIALLO sopra parametri gara. Così posso dare al mio allenatore il riferimento immediato di: ci siamo allenati in media gara oppure no. Sia per giocatore che per squadra. (NOTA: Non ci addentriamo nell’analisi di ogni singolo parametro in questo articolo, analisi ben nota ai molti)
  2. L’analisi del carico acuto e cronico di allenamento, mediante l’utilizzo dei metri percorsi in Accelerazione ad alta intensità (>2m/s²) , Decelerazione ad alta intensità(< – 2m/s²), Velocità ad alta intensità (> 16Km/h). Possiamo utilizzare anche le accelerazioni ad altissima intensità (> 3m/s²), le decelerazioni ad altissima intensità (< – 3 m/s²) e la velocità ad altissima intensità (>20 Km/h). Tale situazione è molto più concreta e utile perché ci permette di effettuare un calcolo della probabilità del rischio di infortunio per singolo giocatore e per squadra (Gabbett et al, 2016).

-Mentre nel primo caso ci basiamo sul concetto di Harre del 1975, che parlava di allenamento specifico, basato sulla gara, quindi allenarsi secondo la partita, che può sembrare in maniera poco intellettuale allenarsi facendo solo la partita, in realtà non è così. Gli esercizi specifici, esercizi di gara, fanno riferimento ai possessi palla, ai giochi a ranghi ridotti (Small Sided Games), a lavori tecnico-tattici incentrati sullo sviluppo del giocatore su tutti gli aspetti che lo riguardano (fisici e tecnico tattici), nel rispetto del modello funzionale del calcio.

Il vantaggio è la specificità dell’allenamento, mediante l’utilizzo dell’attrezzo palla, lo svantaggio può capitare che molti giocatori non raggiungano gli effetti di adattamento fisiologico adeguato in base al programma di allenamento proposto con palla. Infatti già molti anni dopo Arcelli (1990), evidenziava l’importanza dell’integrazione del lavoro con palla con lavori senza l’utilizzo della palla. Non solo le semplici e da molti criticate ripetute sui 1000 mt, ma anche l’utilizzo di altri mezzi di allenamento volti a completare tale carenza dal punto di vista dello sviluppo fisico.

Nel 2005, lo stesso Thomas Reilly, uno dei massimi studiosi di giochi con la palla affermava: “Un giocatore di calcio è molto avvantaggiato se dispone di una grande potenza aerobica, ma di per sé, giocare al calcio non è sufficiente per sviluppare al massimo la potenza aerobica” . Questa affermazione fatta dal padre fondatore della fisiologia del calcio, fa molto riflettere.
Lo stesso Jens Bangsbo (1994,2005,2007,2008) nei suoi libri e articoli scientifici, ribadiva l’importanza del lavoro con la palla, ma anche della necessità di lavori senza l’utilizzo di quest’ultima, per sviluppare le capacità fisiche del giocatore di calcio. Ciò significa che il preparatore fisico moderno, deve essere in grado di utilizzare tutti i mezzi di lavoro con e senza palla nel rispetto della prestazione fisica del giocatore. A questo serve lo strumento tecnologico GPS, che non è una moda e tantomeno il rimedio unico all’allenamento.

-Nel secondo caso facciamo riferimento al concetto del carico acuto e carico cronico (ATL/CTL Ratio) che ha un senso molto importante nell’analisi del carico esterno giornaliero, settimanale e mensile del nostro atleta/giocatore. In quanto in riferimento agli studi di Gabbett (2016), il rapporto tra la media settimanale delle accelerazioni, decelerazioni, la distanza percorsa ad alta ed altissima intensità (carico acuto) e gli stessi parametri nell’arco delle 4 settimane (mese, carico cronico) ci da un indicatore della probabilità del rischio di infortuni individuale e di squadra.

Questo nuovo approccio consente di utilizzare in maniera dettagliata e specifica lo strumento GPS e di relazionare i parametri tra di loro. Quindi non solo allenamento in base  alla media delle partite, bensì capire e comprendere al meglio come incidono differenti variabili misurate dal GPS sulla squadra e sul singolo giocatore.

  • L’area verde (Sweet Spot) rappresenta il rapporto ATL/CTL in cui il rischio di lesioni è basso
  • La zona rossa (zona di pericolo) ) rappresenta il rapporto ATL/CTL in cui il rischio di lesioni è alto
  • Per la riduzione dei rischi mantenere ATL/CTL in una gamma di circa 0,8-1,3

Questo studio di Gabbett et al (2016) deve far riflettere, sulle differenti possibilità di analisi, dettagliata e scientifica, che può permettere il GPS mediante le sue variabili. Quindi non possiamo parlare solo di Potenza Metabolica (W/kg), che in fisica e matematica in realtà non esiste e si parla quindi di Potenza Meccanica (W = F x V), data dal prodotto della Forza moltiplicata la Velocità.

Questo ci deve far comprendere al meglio che agendo sulla Forza e sulla Velocità, cambiamo i livelli di potenza erogata. Ciò vuol dire che cambiando ad esempio spazi di esercitazioni di gioco (oltre al numero di giocatori, regole ecc.) cambia anche la potenza erogata. Che di per sé non è Metabolica, bensì Meccanica, in quanto nelle leggi della fisica la Potenza è Meccanica. Di contro, Metabolico è tutto ciò che riguarda il metabolismo energetico. Tutto ciò sembra banale e scontato ma in realtà non è così.

L’importante è avere chiaro il concetto che tutto è dipendente dalle leggi della fisica e della matematica. Gli strumenti possono essere un valido aiuto all’analisi dell’allenamento, permettono di approfondire differenti aspetti, ma non sono tutto.

La tecnologia è preceduta da valide conoscenze della fisiologia dell’esercizio fisico e dello sport e della metodologia dell’allenamento. Un bravo allenatore fisico deve saper collaborare e valutare bene il lavoro che effettua con il mister e se non ha nessun mezzo tecnologico a disposizione, sapere lo stesso allenare (questo spesso capita nel mondo dilettantistico), quindi tutto è utile, tutto è necessario, ma nulla indispensabile. L’unica cosa indispensabile è saper allenare anche solo con cinesini, coni e paletti.

Quindi più che un’analisi del GPS fatta secondo il principio mi alleno secondo la media della partita, abbiamo cercato di effettuare un’analisi predditiva del rischio di infortunio mediante l’utilizzo del GPS. Tale tematica verrà approfondita negli articoli successivi. Diventa molto importante registrare giornalmente per giocatore e squadra metri in accelerazione (>2 m/s² e >3 m/s²), metri in decelerazioni (< – 2 m/s² e < -3 m/s²) metri percorsi in corsa ad alta intensità ed altissima intensità (>16Km/h e >20 Km/h) e metterli in relazione con la media delle 4 settimane successive. Performance = Fitness  – Fatica (Banister, 1975)

Esempio:

ATL (Acute training load  ) FATICA =Media mobile del carico di lavoro degli ultimi 7 giorni

Media mobile delle accelerazioni degli ultimi 7 giorni

CTL(Chronic Training Load) FITNESS=Media mobile del carico di lavoro degli ultimi 42 giorni (oppure delle 4 settimane)

Media mobile delle accelerazioni degli ultimi 42 giorni oppure 4 settimane

Possiamo effettuare tale calcolo con tutti i parametri indicati, comprese le SRPE settimanali e mensili.

La Match Analysis: Il carico esterno in partita

L’analisi della partita ha da sempre rivestito un ruolo determinante per il preparatore atletico e l’allenatore. In primis era nata coma analisi notazionale, per garantire a tutti di poter vedere gli aspetti tecnico tattici ed analizzare la partita. Con l’avanzare del tempo e degli anni, l’aspetto fisico è diventato sempre più importante e quindi è diventato necessario garantire un’ analisi anche sotto questo punto di vista. Le variabili prese in considerazione, che riguardano il preparatore atletico o allenatore fisico, che dir si voglia, sono le stesse del GPS, (allo stato attuale possono essere indossati in gare ufficiali già a partire dalla stagione 2015-2016).

La cosa importante non è solo capire la distanza totale percorsa dai nostri giocatori come può sembrare nella norma comune, bensì va effettuata un’analisi a 360° che riguarda l’aspetto fisico e tecnico-tattico, i quali sono inscindibili per molti aspetti: Non basta correre di più per vincere le partite, tale relazione non è vera. Ma è anche vero che serve essere performanti e meglio condizionati organicamente e muscolarmente per sostenere le numerose partite e gli allenamenti nel corso della stagione.

Analizzando le ricerche scientifiche in merito, i calciatori allo stato attuale percorrono distanze superiori anche a 50-60mt ad alta intensità e gli sprint sono più prolungati, come si evince dall’ultimo Mondiale del Brasile del 2014 (Castagna C. et al. unpublished data).
Quindi ciò ci deve far comprendere la necessità di avere una condizione fisica ottimale per sostenere queste richieste. Da un’analisi e ricerca sui 5 massimi campionati Europei di calcio (Inghilterra, Francia, Germania, Spagna, Italia) effettuata dal Settore Tecnico FIGC (Castagna C., Locastro L.; D’Ottavio S. ,2016) e pubblicata sulla rivista Notiziario ST, si evince come:

Questo preliminare studio descrittivo ha evidenziato come sussistano significative differenze nella produzione di attività svolta ad alta intensità, sia che questa venga espressa sotto forma di velocità di percorrenza, potenza metabolica o moti accelerativi nei campionati europei. I dati di questo studio forniscono pertanto evidenza sull’esistenza di paradigmi nazionali nel comportamento fisico di gioco nei maggiori campionati europei di calcio di massima divisione. Le associazioni dei paradigmi tecnico-tattici alle risultanze qui illustrate possono promuovere speculazioni sul carico esterno imposto alle squadre dalle correnti filosofie di gioco nazionali. Futuri studi – in grado di far luce sul reale significato dell’attività svolta ad alta intensità e consideranti la sua suddivisione in azioni con e senza palla – risulterebbero in questo ambito molto interessanti (Rampinini, Impellizzeri, Castagna, Coutts, & Wisloff, 2009).”

La Budenslinga (Campionato Tedesco) è quello che produce maggiore alta intensità di corsa e maggiore potenza metabolica ad alta intensitàhttps://www.researchgate.net/…/290429810_Intensita_di_gioco…

Una cosa molto importante da analizzare è la performance fisica longitudinale (ossia nel tempo) del giocatore se si dispone della match analysis o dei GPS in partita, così da verificare eventuali cali di prestazione in diversi periodi dell’anno: infatti si pensa molte volte che un giocatore abbia corso di più o di meno oppure ad occhio diciamo non è in condizione, errore molto grave.

E’ sempre importante ove possibile, oggettivare la prestazione e comprendere come sta il giocatore. Anche se può sembrare strano, ma in realtà non lo è, relazionare i parametri ematici, i test fisici svolti, alla prestazione di gara è una soluzione molto importante. Questo ci permette di capire come e perché il nostro giocatore ha avuto problemi fisici o difficoltà in un periodo dell’anno durante alcune partite.

Non si deve assolutamente a mio avviso generalizzare una prestazione di gara, solo su una partita, ma bisogna vedere sempre la globalità del lavoro svolto dal singolo atleta nel corso dell’anno e quanto ha realmente giocato e speso a livello di energie fisiche e mentali (mai trascurare lo stress psicologico e il carico cognitivo!). Allora posso dire è in forma o non in forma. Allora posso dire qualcosa di più sulla sua condizione globale.

E’ necessario, inoltre, considerare sempre l’avversario che si affronta e il loro modello di gioco, in quanto incide sulla performance che vado a sviluppare (Rampinini et al 2007).

Conclusioni

In conclusione l’argomento Carico Esterno è molto importante per la valutazione della performance fisica del nostro giocatore, ma da solo non basta. Carico interno ed esterno devono essere due componenti inscindibili della valutazione del carico di allenamento (con e senza palla) e della partita.

Quello che bisogna ricordare sempre che tutto è legato alle leggi della Fisiologia dell’esercizio fisico e dello sport, che non basta copiare ed incollare una semplice esercitazione e avere i GPS e ho risolto i problemi del mondo. Quello che è fondamentale  è capire che anche senza “nulla” (solo con i mitici coni, cinesini e un cronometro) posso allenare.

La tecnologia viene dopo la Fisiologia e la Metodologia dell’allenamento, è il preparatore atletico che deve sapere quanto carico di lavoro proporre a quale intensità alla squadra, rispettando le richieste ed esigenze dell’allenatore. Tutto ciò che di tecnologico abbiamo serve per valutare cosa facciamo.
Quindi EQUILIBRIO è il termine più appropriato, non essere prigionieri di mode, ma essere preparati nel proprio esprimendo le proprie idee, da tutti possiamo imparare qualcosa. Come lo stesso vale: “alleno tutto con la palla senza curare minimamente l’aspetto senza la palla”, anche li vedere chi ho di fronte, analizzare la situazione, anche qui EQUILIBRIO: serve sia il lavoro con palla che il lavoro senza palla.

Nulla va escluso a priori, perché va di moda. La vera moda è una: “la pratica senza la teoria è nulla e la teoria senza la pratica è nulla” (I.Kant). Non esistono verità assolute, in quanto  “La mente è come un paracadute: funziona solo quando è aperta” (A.Einstein). Il buon senso alla fine è l’unico che vince.


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