Questo gioco è basato su un ideale fondamentale: fare capire il potenziale educativo dello sport ad un maggior numero possibile di persone. In questo modo il TchoukBall è concepito come attività scolastica, gioco familiare, passatempo rilassante e anche come sport competitivo.
LA STORIA DEL TCHOUKBALL
Il tchoukball (letto “ciùkbol”) è uno sport di squadra nato in Svizzera negli anni sessanta dalla mente del biologo svizzero Hermann Brandt, uno dei personaggi più autorevoli della storia sportiva svizzera: a lui si deve la diffusione nel suo Paese della pallavolo e pallacanestro femminile nonché la fondazione del controllo medico sportivo.
L’idea iniziale del prof. Brandt non era quella di creare una disciplina sportiva a sé stante quanto piuttosto una attività fisica adatta al recupero degli atleti infortunati in particolar modo della pallamano, pallavolo, pallacanestro.
Non a caso il tchoukball ha molti punti in comune con queste discipline e le mischia sapientemente dando vita ad una disciplina sportiva completamente nuova.
Nel corso degli anni, da gioco di “terapia di recupero” si è passati a uno sport con campionati e nazionali; salto di qualità favorito dai valori etici che l’ideatore ha accompagnato e sintetizzato nella “Carta del Tchoukball”, una dichiarazione di intenti alla base dei regolamenti tecnici e disciplinari.
In questo documento il concetto di “rivale” come tutti noi lo conosciamo scompare per lasciar posto a quello di “compagno di gioco”, cioè quella figura che permette di confrontarsi non solo con gli altri ma soprattutto con se stessi; che insegna col proprio esempio; che aiuta a dare il meglio di se ma in maniera collettiva e non individuale.
Non è un caso che non esiste una classifica dell’atleta come marcatore-assist-parate ma esiste solo quella di squadra: “L’obiettivo delle attività fisiche umane non è di costruire campioni, ma piuttosto di contribuire alla costruzione di una società migliore“.
Questi concetti sono valsi a questa disciplina un importante riconoscimento dall’ONU che nel 2001 lo ha dichiarato “sport a sostegno della pace e della fratellanza”.
In Europa il tchoukball si sviluppa dapprima in Svizzera per poi svilupparsi pian piano in tutto il continente e nel mondo, con Taiwan che riconosce questa disciplina fra i suoi sport nazionali.
Fra i passi più importanti che il tchoukball ha compiuto c’è la partecipazione, come sport dimostrativo, alle Olimpiadi di Monaco di Baviera del ’72.
La scomparsa del prof. Brandt segna una battuta d’arresto sulla diffusione della disciplina, ma grazie alla bontà del progetto e al lavoro della neonata Fédération Internationale de Tchoukball (FITB), iniziano a comparire i primi eventi continentali e mondiali, che oggi vedono partecipare rappresentative da tutto il mondo.
IL TCHOUKBALL IN ITALIA
In Italia il tchoukball arriva grazie all’interessamento di alcuni professori lombardi che ebbero modo di partecipare ad un seminario di sport innovativi a Pallanza (VB) verso la fine degli anni novanta; in particolare la professoressa Chiara Volonté di Saronno (VA) lo introduce nella propria scuola inizialmente come una semplice alternativa ai classici sport scolastici, ma in breve i gruppi diventano squadre.
Nel 2000 compare la prima nazionale italiana ai mondiali di Ginevra e nel 2001 nasce la Federazione Tchoukball Italia (FTBI), che nel 2003 riesce ad organizzare il primo campionato europeo per nazioni a Rimini, con Svizzera, Francia, Gran Bretagna, Repubblica Ceca e ovviamente con le selezioni azzurre femminile e maschile.
Alle realtà lombarde della zona saronnese si aggiungono poi quelle di Asti, Bergamo e Ferrara, grazie alle quali nel 2007 ha luogo il primo campionato italiano di tchoukball, obbligatoriamente misto, composto da 7 squadre.
In poco tempo la disciplina si sviluppa sul territorio, in particolare nel nord Italia, e nel 2011 il Bel Paese ospita il settimo mondiale, precisamente a Ferrara, che vede tra gli ospiti d’onore Michel Favre, stretto collaboratore del prof. Brandt.
Le squadre aumentano e nel 2010 campionato, fino a quel momento a serie unica, si divide in Serie A e Serie B dando così l’opportunità a molte più compagini di partecipare, grazie anche alla struttura geografica della serie cadetta; entrano così a far parte della famiglia del tchoukball realtà del centro Italia come Empoli, Latina, Perugia e la palla e il pannello arrivano fino a Caserta.
Oggi il campionato italiano conta oltre 30 squadre tra serie A, serie B e junior e tutte le nazionali maschili e femminili dai senior fino agli under 15.
IL REGOLAMENTO
Data la sua natura etica ed “antinfortunistica”, il tchoukball non prevede contatto fisico, né nessun altro tipo di ostruzione nei confronti dell’avversario, nonostante ambo le squadre, composte da sette giocatori di entrambi i sessi, si trovino a condividere il medesimo terreno di gioco: un rettangolo di circa 28×15 metri (come un campo da basket) nei cui lati corti, fuori dal campo e al centro delle linee, sono posti due trampolini elastici detti “pannelli”, inclinati a 55° rispetto al terreno e circondati da un’area proibita di raggio 3 metri che, come si può intuire dal nome, non può essere occupata da nessun giocatore.
Scopo del gioco è colpire il pannello con una palla, del tutto simile a quella della pallamano, e fare in modo che essa, a seguito del rimbalzo sulla rete elastica, tocchi il suolo prima che gli avversari riescano ad intercettarla. Alla squadra che difende è fatto divieto di disturbare l’azione avversaria, essi devono infatti semplicemente attendere che la squadra in possesso della palla arrivi al tiro e, solo dopo che la palla ha toccato il pannello, possono provare ad intercettarla. Se ci riescono, possono a loro volta contrattaccare, altrimenti è punto di chi ha attaccato.
Questa possibilità di poter costruire l’azione senza essere disturbati riecheggia nella Carta del Tchoukball tramite il detto “il bel gioco richiama il bel gioco”, ma ovviamente comporta delle limitazioni che si possono facilmente ridurre alla “regola del 3”: infatti nessun giocatore può mantenere la palla per più di 3 secondi, non può fare più di 3 appoggi con la palla in mano e una squadra deve arrivare al tiro entro 3 passaggi, più o meno come nella pallavolo.
Altra particolarità del tchoukball è che i due pannelli sono a disposizione di entrambe le squadre che in ogni momento possono decidere di attaccare in qualunque dei due, così come la difesa può decidere di contrattaccare immediatamente sullo stesso pannello ma le due squadre non possono effettuare più di 3 tiri cumulativi sullo stesso pannello. Nel caso la palla non colpisca il pannello al seguito del tiro, o che essa dopo il rimbalzo cada nell’area proibita o fuori dal campo, il punto è consegnato agli avversari; questa particolarità, unita al fatto che la palla non può mai toccare il suolo nella costruzione dell’azione – pena il cambio possesso – fanno del tchoukball una disciplina ad alto tasso tecnico ed elevata spettacolarità ad alti livelli.
IL TCHOUKBALL OGGI
Oggi la FITB annovera tra le sue fila circa 40 federazioni nazionali nel mondo, presenti soprattutto in Europa ed Asia, senza dimenticare però le numerose federazioni africane e quelle delle Americhe, e in ognuna di queste aree si svolgono periodicamente le competizioni continentali per nazioni, intervallate ogni 4 anni dal World Tchoukball Championship (WTC), i mondiali della disciplina.
La European Tchoukball Federation (ETBF) può contare sulla presenza delle “storiche” Svizzera, Gran Bretagna, Francia, Italia, Repubblica Ceca, a cui si sono aggiunte negli anni Polonia, Belgio, Spagna, Germania e Austria. Oltre ai rispettivi campionati nazionali, in Europa trovano spazio anche le competizioni continentali per club: European Winners’ Cup (EWC) per le vincenti dei campionati ed Europa Silver Cup (ESC) per le meglio piazzate o per le nazioni con campionati meno sviluppati, quest’ultima inventata proprio in Italia nel 2015 in occasione di “Torino 2015 Capitale Europea dello Sport”, un successo che ha permesso al torneo di entrare in seguito nel programma ufficiale della ETBF.
Ma il maggior vanto del tchoukball nostrano è sicuramente l’invenzione del Wheelchair Tchoukball (WTB), la versione creata appositamente per giocatori su sedia a rotelle da un team di esperti e professionisti dell’ospedale Niguarda di Milano coordinati dalla prof.ssa Volonté, presentato ufficialmente la prima volta ai mondiali del 2011 e che oggi si sta diffondendo in diverse parti del pianeta.
ALTRE COMPETIZIONI
Oltre ai già citati eventi continentali e mondiali per nazioni e per club, impossibile non citare i numerosi tornei presenti sul globo e sulla nostra penisola, anche e soprattutto per squadre formate appositamente per il torneo tra giocatori di diverse squadre e nazioni, ma sicuramente il più importante a livello mondiale è il Beach Tchoukball Festival che si tiene ogni anno a inizio maggio sulle spiagge di Viserba (Rimini) e che raccoglie oltre 100 squadre con più di 1.000 partecipanti provenienti da ogni angolo del pianeta, tutti riuniti su una ventina di campi sulla costa adriatica per la versione ridotta (5vs5) su sabbia: un weekend all’insegna del “bel gioco” e dell’unione tra i popoli che trae le sue radici dagli europei del 2003 svoltisi proprio nel capoluogo romagnolo, da allora diventato appuntamento fisso tutti gli anni. Oggi il torneo si divide in categorie giovanili, “Open” per adulti aperta a tutti, “Slam” per giocatori di alto livello e nazionali, “Overanta” per i maggiori di 40 anni.
LINK
Sito ufficiale Tchoukball Italia: http://www.tchoukball.it/
La Carta del Tchoukball: http://www.tchoukball.it/carta
Fédération Internationale de Tchoukball: http://www.tchoukball.org/
European Tchoukball Federation: http://www.tchoukball.eu/
Beach Tchoukball Festival: http://www.tchoukballfestival.com/
VIDEO
Italia-Taiwan WTC Ferrara 2011: https://www.youtube.com/watch?v=YdpunfQFiCY
Europa Silver Cup Turin 2015: https://www.youtube.com/watch?v=ZyF0MGCedpQ
Documentario sul Tchoukball: https://www.youtube.com/watch?v=Vl9NSgYNSUs
Torneo Slam Beach TB Festival: https://www.youtube.com/watch?v=f5dvz8q241s