I difetti della vista possono influenzare notevolmente l’insorgenza di patologie al rachide.
La vista è uno degli organi di senso più importanti e gioca un ruolo fondamentale nelle relazioni e nel lavoro quotidiano. La presenza di disfunzioni parziali o totali di questo organo di senso, di uno o entrambi gli occhi, porta l’organismo a cercare di supplirne la mancanza attuando meccanismi di compenso che coinvolgono in toto il sistema posturale.
È frequente che i soggetti con disturbi visivi sviluppino una posizione anomala del capo che potrebbe sfociare in torcicollo orizzontale, torsionale o verticale in forma singola o combinata. Dall’algia del rachide cervicale il disturbo potrebbe evolversi fino a coinvolgere il rachide lombare.
Non deve sorprendere il fatto che le alterazioni posturali siano molto più diffuse in soggetti che non sanno di avere un deficit visivo o che hanno un deficit poco invalidante che gli permette quindi di proseguire la vita quotidiana senza protesi ortottiche (gli occhiali).
– Ad esempio un soggetto con una miopia lieve che non porti lenti correttive effettuerà quotidianamente e involontariamente un compenso spostando la testa avanti, con l’obiettivo di ottimizzare la funzione visiva, provocando un’ alterazione della posizione del collo sul piano sagittale.
Non avvertendo la necessità di una correzione oculistica il soggetto tenderà a controbilanciare il deficit con una modifica della posizione dei propri segmenti corporei fino ad arrivare al paramorfismo. I soggetti miopi, nello specifico, con il protrarsi nel tempo sono soggetti a rettilineizzazione se non addirittura all’ inversione della lordosi cervicale.
-Un altro esempio di problematica posturale in conseguenza ad un deficit visivo potrebbe essere legato al disturbo ad un singolo occhio. Nello specifico il soggetto, involontariamente, tenderà a compensare tale fenomeno inclinando o ruotando lateralmente la testa. È quindi evidente che una condizione di costante asimmetria nel tono dei muscoli del collo non può che portare all’insorgenza di cervicalgie e squilibri sul piano frontale.
Il fatto che un deficit visivo coinvolga in primis il tratto cervicale non deve far perdere il focus posturale globale. Un’anomalia su un tratto della colonna andrà ad inficiare l’intero sistema e protraendosi nel tempo, porterà a problematiche anche in altri distretti.
Matheron e Kapoula hanno analizzato il legame tra la disfunzione oculare e la presenza di dolori cronici aspecifici nella regione lombare. Essi hanno anche dimostrato tramite protocolli scientifici sperimentali come l’utilizzo di lenti correttive portasse i soggetti analizzati a migliorare la stabilità posturale e a ridurre i dolori lombari.
Il consiglio operativo che possiamo trarre da questa disamina della letteratura scientifica è che la diagnosi precoce, soprattutto in età prepubere e pubere e l’utilizzo di lenti correttive nel timing ottimale possono essere un’ottima prevenzione per le conseguenze muscolo-scheletriche posturali che tali disturbi potrebbero comportare.
L’operatore posturale con un buono spirito di osservazione e capacità di ragionamento in termini di ginnastica posturale globale deve essere in grado di comprendere i segnali specifici legati a questo tipo di disturbo, anche se le algie si presentano in altri distretti corporei per eliminare la causa di eventuali compensi legati alla disfunzione visiva.
Si ringrazia per la ricerca bibliografica la Dottoressa Marta Cortinovis
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